Zone arancioni e rosse in Calabria: l’ordinanza regionale

Giorgia Bonamoneta

17 Novembre 2021 - 18:16

La situazione epidemiologica è in peggioramento e alcune Regioni si muovono in anticipo. La Calabria ha pubblicato un’ordinanza con un nuovo iter per emanare zone arancioni e rosse nei Comuni.

Zone arancioni e rosse in Calabria: l’ordinanza regionale

La Regione Calabria si prepara alla quarta ondata della pandemia di coronavirus ideando nuovi e più stringenti criteri per il passaggio di colorazione a zona arancione e rossa. Roberto Occhiuto, presidente della Regione, è convinto che non si può far affidamento sulla normativa nazionale, perché non corrisponde alle capacità ospedaliere e sanitarie di tutte le province e Comuni.

Per avere una risposta tempestiva bisogna agire in maniera più “autonoma”, ovvero Comuni e province possono emanare ordinanze ad hoc per far scattare micro zone rosse o arancioni. È questo il piano della Regione Calabria per impedire che la quarta ondata abbia effetti consistenti sul territorio e per evitare chiusure generalizzate.

Il documento con i nuovi parametri da tenere in considerazione risponde all’esigenza di proteggere una determinata popolazione a rischio: la fascia dei cinquantenni non vaccinati. Una fascia che in Calabria, su 287 mila abitanti, conta ancora 50 mila persone non vaccinate o non guarite dal Covid-19.

Zone arancioni e zone rosse: cosa spiega la circolare

L’Italia, anche se più tardi rispetto ad altri Paesi europei, sta iniziando a dare i segnali di una nuova ondata di coronavirus. I contagi e il numero dei decessi sono in aumento in quasi tutte le Regioni e in alcune, come Friuli Venezia Giulia e Alto Adige, i numeri si avvicinano al cambio di colorazione in zona gialla.

I contagi, i decessi e i posti letto in terapia intensiva in Calabria sono stabili, ma la Regione ha già pensato a una soluzione se la situazione epidemiologica dovesse velocemente peggiorare. A destare maggiore preoccupazione, da quanto si evince dalla circolare inviata dal presidente Roberto Occhiuto e dal delegato per l’emergenza Covid Fortunato Varone, sono i Comuni più piccoli.

In Calabria sono oltre 300 i piccoli Comuni nei quali non sarebbe “possibile mutuare pedissequamente i criteri nazionali (tassi di occupazione dei posti letto”. Per rispondere alle necessità di province e Comuni Occhiuto ha distribuito ai commissari delle Asp, ai direttori dei dipartimenti di Prevenzione, ai prefetti, ai dg del dipartimento Salute e dell’Ufficio scolastico regionale, all’Anci e all’Upi i nuovi parametri per le ordinanze urgenti da adottare in caso di aumento dei contagi.

Zone arancioni e zone rosse: cosa cambia in Calabria

L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) riporta che il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva in Calabria è in leggero calo al 6% (-1%), mentre l’area non critica è vicina alla soglia del 15%. Dati non preoccupanti, ma che non rispecchiano le realtà dei piccoli Comuni.

Per questo nella circolare distribuita agli enti di prevenzione, e non solo, sono inseriti i nuovi parametri per la richiesta di zone arancioni e rosse, in combinazione con i parametri d’incidenza di 150 casi ogni 100 mila abitanti.

Nel dettaglio:

  • zona arancione: se aumentano i focolai attivi nello stesso Comune, presenza di casi non riconducibili a catene di trasmissione note e una percentuale di over 50 o under 18 positivi pari o superiore al 20%;
  • zona rossa: tasso di positività superiore di 5 punti rispetto alla settimana precedente, presenza di focolai problematici presso strutture ospedaliere o case di ricovero e cura e prevalenza di varianti preoccupanti.

Quando un Comune può evitare le zone arancioni e rosse?

Nella circolare vengono descritti diversi scenari, tra i quali anche quelli di non adesione dei Comuni all’iter del cambio di colorazione sopra descritto. Infatti, nel caso il Dipartimento di Prevenzione accerti che i focolai sono limitati, che le indagini e il contact tracing dei positivi sia adeguato e che, in generale, non ci siano situazioni problematiche, il Comune può non dichiarare il passaggio di colorazione.

Non viene però lasciato tutto alla decisione del singolo Comune o della provincia. Anche in questo caso, se il Dipartimento di Prevenzione lo ritiene opportuno, sarà lo stesso ente a procedere con l’emanazione di una zona rossa o arancione.

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