Zone gialle in Italia: le previsioni del matematico

Chiara Esposito

5 Dicembre 2021 - 22:34

Un’analisi mirata per capire l’evoluzione della curva del contagio e il possibile cambio di colore per le regioni italiane; parola alla scienza.

Zone gialle in Italia: le previsioni del matematico

In vista di possibili cambiamenti nella definizione dei livelli di contagio assegnati alle regioni tramite il tema dei colori, il matematico Giovanni Sebastiani cerca di spiegare come si struttura una statistica attendibile per formulare previsioni a riguardo.

Descrivendo l’andamento della curva e riportando i valori di riferimento per l’assegnazione nella zona gialla, si parla quindi dei territori più a rischio e di quelli che invece stanno risentendo meno dell’impennata generalizzata dei contagi dovuti anche alla presenza della variante Omicron.

L’analisi matematica è stato infatti basata sui dati epidemiologici della Protezione civile e su quelli sull’occupazione negli ospedali forniti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).

Chi rischia la zona gialla e perché?

L’indagine analitica del matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo M.Picone e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) vede la Calabria come la regione che attualmente è la più vicina alla zona gialla per via dei valori relativi ai ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive.

Ad oggi proprio in Calabria vi è un superamento del 10% delle soglie per le terapie intensive (è all’11% circa) con preoccupante trend di crescita. Il valore per i reparti ordinari invece è al 14,5% dove, come riporta Sebastiani, “da 9 giorni vi è un’improvvisa crescita lineare con tasso di aumento pari a circa 0,39% al giorno”.

La conseguenza è la seguente: entro martedì prossimo (giorno a cui di norma fa riferimento il monitoraggio settimanale del venerdì) si supereranno con ampia probabilità i criteri per il passaggio di colore.

Le regioni più colpite: future candidate al giallo

Osservati speciali anche i territori di Lombardia, Marche, Veneto e Liguria. Queste sono infatti le quattro regioni che si avvicinano pericolosamente alla zona gialla.

Il report del matematico si concentra sempre sulla progressione numerica dei valori: ad esempio in Lombardia i ricoveri nei reparti ordinari sono al 14% circa, in crescita lineare nelle ultime due settimane con tasso di aumento pari a circa 0.30% al giorno. Oltrepassare la soglia del 15% non sarà difficile. Ciò significa che martedì 14 la Lombardia dovrebbe avere ufficialmente numeri da zona gialla.

Analoghe previsioni anche per altre zone, con le seguenti valutazioni:

  • Marche con poco più di 15 giorni prima della zona gialla;
  • Veneto in gialla in poco meno di tre settimane, se tutto resta così com’è al momento;
  • Liguria oltre i limiti della zona gialla in circa tre settimane, sempre a parità di valori di progressione.

Come sottolineato quindi dallo studioso si parla di un’analisi strettamente numerica che tiene conto di un andamento piuttosto costante e con scarso margine di errore dovuto all’impossibilità di prevedere eventi finora non osservati o improvvisi dal punto di vista sociale.

Regioni in progressivo miglioramento

C’è chi si avvicina alla zona gialla e chi si allontana, o ancora, chi scampa l’arancione. Ci sono infatti anche alcuni casi in cui si registra una frenata dei ricoveri e dei contagi.

Questa è la realtà della provincia autonoma di Bolzano e del Friuli Venezia Giulia, entrambe in gialla ma tendenti a stabilizzare e ridimensionare i propri valori; poi c’è il Lazio, che si riprende dopo l’impennata delle ultime settimane e inverte parzialmente la curva.

Nello specifico si registra una frenata dei ricoveri a Bolzano e in Friuli con situazioni che però “richiedono molta attenzione”.

«Non sembra - dice il matematico - che ci si stia avviando verso la zona arancione».

Se in queste aree quindi c’è una tendenza alla frenata, se non alla decrescita, dei ricoveri che potrebbero evitare l’ingresso in zona arancione, nel Lazio invece si osserva un vero appiattimento delle curve dei ricoveri stando a ciò che rileva Sebastiani. Questo sarebbe quindi un buon segnale che "probabilmente permetterà a questa regione di evitare nell’immediato futuro l’ingresso in zona gialla”.

Indagini di questo tipo insomma mettono in luce una semplice realtà: nonostante spesso sia difficile prevedere come si evolverà il fenomeno virale a lungo termine, è possibile stilare un prospetto per le prossime settimane e magari invertire la tendenza ponendo un’attenzione maggiore proprio nei territori ad oggi più colpiti.

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