Vuoi scoprire di quale generazione fai parte? Ne esistono 7, la classificazione avviene tenendo conto dell’anno di nascita.
Spesso sentiamo parlare di generazioni, tuttavia non sempre si conosce a quale si appartiene. Eppure, scoprire di quale generazione si fa parte è molto semplice, in quanto per una tale valutazione è sufficiente l’anno di nascita.
Con il termine generazione, infatti, si intende l’insieme di persone che hanno vissuto nello stesso periodo e come tali sono state esposte agli eventi che lo hanno caratterizzato. Un concetto molto importante nella conduzione degli studi sociologici, in quanto ogni gruppo di persone nate in un preciso arco temporale ha le proprie tendenze socioculturali e di mercato. In questo modo è possibile leggere i comportamenti e le attitudini delle persone.
Solitamente, le persone nate nello stesso periodo hanno i propri film cult, canzoni e idoli a cui non possono rinunciare, così come alle spalle ci sono gli stessi eventi storici (talvolta traumatici o rivoluzionari) che hanno plasmato i loro valori.
Ed è proprio questo sostrato comune a creare un gap tra le generazioni, impedendo talvolta la comprensione tra persone di età differente e cadendo anche negli stessi stereotipi.
A tal proposito, oggi la popolazione mondiale può essere suddivisa, in base all’anno di nascita, in 7 categorie di generazioni. Vediamo quali sono (e di quale fai parte), provando a sciogliere ogni dubbio sul perché aver vissuto in un certo momento storico può influenzare il modo di pensare, agire e comunicare delle persone.
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Cos’è e come nasce una generazione?
Con il termine generazione si identifica un gruppo di persone che essendo nate in un preciso arco temporale, hanno vissuto nello stesso periodo e sono state segnate dagli eventi coevi, in modo tale che oggi condividono (totalmente o parzialmente) lo stesso sistema di valori, il modo di approcciarsi al presente e di guardare al futuro.
Per quanto possa sembrar strano, nascere e vivere in determinati momenti storici può avere delle ripercussioni o influenze sugli individui. Eventi storici, culturali e non solo, possono infatti influenzare il modo di pensare e di comunicare delle persone. Ma gli stessi se vissuti da adulti o da bambini possono portare a risultati diversi.
Ecco spiegato perché anche generazioni tra le quali intercorrono poco meno di vent’anni sono così diverse. Fa differenza, quindi, essere giovani in un periodo di guerra o di pace, oppure entrare nel mercato del lavoro in una fase di recessione o di espansione dell’occupazione.
Infatti, come spiega il sociologo Karl Mannheim, tra i 16 e i 25 anni di età gli individui si affacciano alla “vita pubblica” entrando in contatto con eventi storici e politici che formano una sorta di “memoria collettiva generazionale”, composta di credenze, convinzioni, simboli e miti, attribuzioni di senso, che è destinata a durare relativamente a lungo. In ogni caso, come spiegano i sociologi, non si può stabilire a priori quali caratteristiche hanno gli eventi per produrre effetti generazionali; sicuramente devono portare a una rottura o mutamento decisivo nella quotidianità delle persone.
A quale generazione appartieni in base alla tua data di nascita
Certamente non è semplice definire i confini di una generazione, anche perché spesso esistono diversi tipi di classificazione con la differenza di pochi anni per la suddivisione dei gruppi generazionali. Per esempio le persone nate dopo la metà degli anni ’90 si trovano in una zona liminare, “grigia”, a cavallo tra Millenials e Generazione Z.
Una delle classificazioni più utilizzate per distinguere tra loro le diverse generazioni in Occidente è la seguente.
Nati tra il 1901 e il 1927: Greatest Generation
È la generazione di chi ha vissuto la Grande Depressione tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 e che andarono a combattere nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Proprio per questo vengono descritti come persone dal forte senso del dovere morale, in quanto hanno combattuto non per gloria personale ma perché era “la cosa giusta da fare”. Vengono inoltre descritti come risparmiatori e consumatori parsimoniosi.
Nati tra il 1928 e il 1945: Generazione silenziosa (o della ricostruzione)
È stata la generazione protagonista del secondo dopoguerra. Ancorati ai valori tradizionali, quali famiglia, matrimonio e lavoro, e all’esperienza della guerra, non nutrono particolare fiducia nel cambiamento. Sono noti, infatti, per aver formato la guida del movimento per i diritti civili e di aver fatto parte della maggioranza silenziosa durante la contestazione giovanile degli anni Sessanta. Infine hanno una scarsa alfabetizzazione tecnologica: potendo, pagano in contanti.
Nati tra il 1946 e il 1964: Baby boomers.
Ed eccoci alla generazione dell’esplosione demografica e del boom economico. Hanno vissuto i primi anni di vita immersi in uno stato di crescita economica, che ha permesso loro di impegnarsi in diverse cause civili e sociali, ma anche di dare importanza alla propria identità politica e alla realizzazione dei propri obiettivi personali, per questo sono definiti come ottimisti, individualisti e consumisti. Sono la generazione che ha vissuto il più alto numero di eventi di forte impatto economico politico e sociale, come la guerra fredda, all’assassinio di Kennedy e Martin Luther King, per arrivare appunto alla guerra del Vietnam. Oggi vengono descritti come una classe privilegiata, che ha fiducia nella prosperità economica.
Nati tra il 1965 e il 1980: Generazione X (o di transizione)
Si tratta di una generazione difficilmente definibile. La Generazione X va dal miracolo economico negli anni 1960 alla fine della guerra fredda nel 1989. E mentre la generazione dei Baby Boomers ha conosciuto l’ottimismo del dopoguerra, della ricostruzione, la Generazione X incrocia le contestazioni del Sessantotto, l’autunno caldo del 1969, la crisi energetica del 1973 e del 1979 con le relative politiche di Austerity. In Italia sono gli anni di piombo segnati dai rapimenti del terrorismo rosso di matrice comunista e le stragi del terrorismo nero di matrice neofascista. Sono i primi a sviluppare una coscienza “ecologica”, complice Chernobyl e il buco nell’ozono, ma presentano un forte cinismo e rifiuto dei valori della generazione precedente. Nutrono scarsa fiducia nella giustizia.
Nati tra il 1981 e il 1995: Millennials (o Generazione Y)
È una generazione che comincia ad essere multiculturale e immersa nella tecnologia digitale. Ne fanno parte coloro che, di fronte alla precarietà lavorativa, cercano opportunità all’estero, ma non solo. Sono tolleranti e individualisti, e a volte narcisisti, Ma hanno anche la capacità di adeguarsi senza sforzo e differenti sottoculture. Sono la generazione della grande crisi del 2007-2013, che ha deciso di prestare attenzione alla propria qualità della vita, intesa come tempo a disposizione, la scarsa possibilità di essere motivati con stimoli economici e l’elevata integrazione in gruppi sociali chiusi.
Nati tra il 1996 e il 2012: Generazione Z
Sono generalmente presenti su tutti i social network, sono dinamici e amanti del cambiamento. Sono dei veri e propri nativi digitali, Internet regola il loro rapporto con la realtà. Globali, multiculturali, hanno un concetto di genere meno rigido delle generazioni precedenti. Sono riconosciuti anche per il forte orientamento individualista. Sono la generazione che ha vissuto l’adolescenza durante il Covid. Gli studiosi ancora si preoccupano dell’impatto che può aver avuto sulla loro formazione.
Nati dopo il 2012: Generazione Alpha
Comprende i nati dal 2012 e il presente. Ancora ci sono pochi studi su questa generazione. Ciò che è certo è che la tecnologia ha avuto effetto sull’apprendimento precoce. Sembrano più inclini a sviluppare una dipendenza da apparecchi tecnologici, in compenso sono molto attenti alla questione ambientali e aperti al multiculturalismo. Il Covid-19 e le restrizioni e l’invasione russa dell’Ucraina sono eventi significativi che segneranno la generazione.
Queste sono le sette categorie, è importante però non cadere in cliché o stereotipi, in quanto la comprensione delle specifiche caratteristiche di ogni generazione potrebbe aiutare a riconoscere i conflitti generazionali e a favorire lo scambio reciproco, superando il gap generazionale.
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