Abolizione Buona Scuola, il Governo è diviso: ecco perché

Antonio Cosenza

18 Febbraio 2020 - 17:28

La Buona Scuola è ancora sotto esame: il Movimento 5 Stelle vorrebbe eliminarla progressivamente, ma Partito Democratico e Italia Viva sono contrari.

Abolizione Buona Scuola, il Governo è diviso: ecco perché

Cancellazione Buona Scuola: tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico è scontro anche sul destino della Legge 107/2015. D’altronde, come molti di voi ricorderanno, una delle promesse fatte dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale riguardava proprio la cancellazione della Buona Scuola, al posto della quale si puntava ad attuare una nuova riforma del sistema scolastico che potesse valorizzare maggiormente il lavoro svolto dal personale della scuola.

Una volta al Governo, però, non c’è stata la tanto attesa “rivoluzione”, con il Movimento 5 Stelle che ha preferito procedere con ordine smantellando la Buona Scuola pezzo per pezzo. Un percorso che non si è ancora fermato e che nei prossimi mesi potrebbe portare ad altre novità, come ad esempio la riforma del reclutamento e della formazione.

Di riforma della scuola se ne è parlato nel corso dell’incontro che i ministri hanno avuto a Palazzo Chigi per discutere dell’Agenda 2023 per Scuola, Università, ricerca e innovazione digitale. Ebbene, in quest’occasione - come era logico che fosse visto che è stato proprio il Governo di centrosinistra ad approvare la legge 107/2015 - Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sono parsi molto distanti riguardo alle politiche da attuare per la Scuola.

È proprio la Buona Scuola l’argomento di discussione: infatti, mentre il Movimento 5 Stelle intende continuare nel percorso riformatore, il Partito Democratico - insieme ad Italia Viva - continua a sostenere la bontà della riforma e quindi non sembra essere disposto ad accettare ulteriori modifiche.

Cancellazione Buona Scuola: la posizione del Movimento 5 Stelle

A parlare di possibile eliminazione della Buona Scuola per il fronte del Movimento 5 Stelle è il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, la quale fa notare che una buona parte della Legge 10//2015 è già stata superata grazie all’introduzione di nuove norme dispositive.

A tal proposito, il Ministro Azzolina ricorda quello è stato il suo “primo risultato”, ossia la cancellazione del comma 131 della Buona Scuola grazie al quale è stato permesso ai docenti precari che hanno superato i tre anni di servizio di continuare a lavorare anche oltre questo termine. Un comma che se fosse esistito ancora oggi avrebbe escluso dal mondo della scuola buona parte dei precari attualmente impiegati nelle classi.

Tanti altri aspetti sono stati modificati e adesso bisognerà valutare come procedere; ebbene, secondo la Azzolina un’ulteriore modifica della Buona Scuola non è da escludere, con la possibilità che vengano toccati anche i temi che non sono ancora oggetto di modifica. Il Ministro non è sceso nel dettaglio, ma a svelare i piani del Movimento 5 Stelle ci ha pensato Gabriele Toccafondi di Italia Viva il quale, come vedremo meglio di seguito, si è detto profondamente contrario ad una riforma dei principi cardine della Buona Scuola.

Cancellazione della Buona Scuola: Centrosinistra contrario

Come per la prescrizione, anche sulla Scuola Italia Viva è pronta ad ostacolare i piani del Movimento 5 Stelle.

A confermarlo è Gabriele Toccafondi di Italia Viva, il quale - pur dicendosi pronto a recepire istanze migliorative (in quanto il suo partito non è interessato a difendere per principio la legge 107/2015) - non è favorevole ai piani dettati dal Ministero dell’Istruzione. Come spiegato da Toccafondi, infatti, il Movimento 5 Stelle intende:

  • eliminare quello che resta della chiamata diretta;
  • non rimettere l’unità di missione per l’edilizia scolastica;
  • togliere l’Invalsi;
  • distribuire a pioggia il bonus merito.

Tutta misure che per Italia Viva non sono possibili e che vanno ridiscusse.

Dello stesso parere il Partito Democratico, il quale non è disposto a rivedere ulteriormente la Buona Scuola. D’altronde, secondo il centrosinistra le “cose buone” andrebbero mantenute e magari migliorate; eliminarle, tanto per mantenere una promessa fatta al proprio elettorato, non avrebbe senso.

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