Il Chronoworking potrebbe presto diventare di tendenza nel mondo del lavoro, ma cos’è e come funziona? Ecco i vantaggi e cosa dicono le statistiche.
Nuova frontiera per il mondo del lavoro. Sembra che il Chronoworking (o più semplicemente cronolavoro) possa diventare una delle nuove tendenze per l’orario lavorativo.
Ormai è evidente che il mondo del lavoro stia subendo una trasformazione. Che si tratti di lavoro ibrido, della settimana lavorativa di quattro giorni o di job sharing, non c’è alcun dubbio che siamo difronte a una ri-sistematizzazione dell’ordine delle priorità.
Sempre più lavoratori guardano con occhio critico alle condizioni di lavoro, alla retribuzione salariale, al tempo libero e alla propria salute mentale. Ecco quindi che il cronolavoro potrebbe presto diventare una delle opzioni preferite da datori e dipendenti per l’organizzazione lavorativa, garantendo maggiore produttività in minor tempo.
Ma esattamente, cos’è il cronolavoro e quali potrebbero essere i vantaggi per i dipendenti di un’azienda? Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
Chronoworking, cosa significa e cos’è
Il cronolavoro si propone come una vera e propria rivoluzione nel mondo lavorativo, proponendo di adattare gli orari di lavoro e organizzare la giornata lavorativa in base ai propri bioritmi.
Il termine è stato coniato dalla giornalista britannica Ellen Scott, che lo vede come un’evoluzione naturale del dibattito sul benessere sul lavoro. Stando alla giornalista proprio il 2024 dovrebbe essere l’anno in cui il cronolavoro “prenderà piede, con le aziende che riconsidereranno l’organizzazione della giornata lavorativa in base ai bioritmi dei dipendenti”, esaminando gli orologi biologici, i cali e gli aumenti naturali di energia dei propri dipendenti.
Il Chronoworking - per poter meglio comprendere in cosa consiste - è un metodo di lavoro che si basa sul principio secondo il quale i livelli di energia in una persona variano durante il giorno, esattamente come variano i livelli di concentrazione. Si tratta perciò di voler organizzare la giornata lavorativa in base ai propri bioritmi, in base al ritmo circadiano e ai picchi di produttività individuali, anziché rimanere ancorati al tradizionale modello dell’orario di lavoro 9.00 - 17.00, in modo da svolgere le attività più impegnative quando si è più efficienti e quelle meno impegnative quando si possiedono meno energia.
Chronoworking, quali sono i vantaggi di questo orario di lavoro?
In questa era post-pandemica, le organizzazioni sono costantemente alla ricerca di modi creativi per attrarre e trattenere i talenti, proponendo smart-working, settimana lavorativa ridotta e molto altro. Un cambiamento graduale che la pandemia ha accelerato, aprendo la strada a modi di lavorare più creativi.
E lo dimostrano anche le ultime ricerche e sondaggi. Secondo il New World of Work, il 44,9% delle aziende prevede di implementare orari di lavoro flessibili, mentre secondo l’indagine statunitense Mercer, le aziende stanno adottando diverse opzioni flessibili, tra cui orari ibridi, remoti e part-time, settimane lavorative compresse e turni variabili. Infine secondo lo studio McKinsey/Ipsos il 58% degli americani ha la possibilità di lavorare da casa almeno un giorno alla settimana, e il 35% può farlo cinque giorni alla settimana.
Ma di fronte a questi cambiamenti, il Chronoworking sembra presentare dei vantaggi ulteriori, oltre a quello tipico della flessibilità, infatti, in un contesto globale con diversi fusi orari, questa caratteristica diventa fondamentale per massimizzare la produttività.
Con il cronolavoro, che prende in considerazione i bioritmi dei singoli dipendenti, si dovrebbe registrare:
- maggiore produttività. I lavoratori, seguendo i propri bioritmi sono più efficienti, non disperdono la loro energia, svolgere più lavoro in minor tempo.
- miglioramento della concentrazione dei dipendenti. Rispettando il ciclo veglia-sonno, i lavoratori sono più riposati e vigili, concentrandosi maggiormente sulle attività che stanno svolgendo.
- diminuzione dello stress:. Il Chronoworking può aiutare a ridurre lo stress, perché consente ai dipendenti di lavorare in modo più equilibrato e sostenibile, aumentando la loro soddisfazione.
Ciò vuol dire che se un dipendente presenta maggiori picchi di energia di pirma mattina e nel tardo pomeriggio, potrebbe optare per la famosa “siesta” del dopo pranzo in quanto sarebbero ore di lavoro non veramente produttive. Al contrario chi è particolarmente produttivo nell’arco della mattinata potrebbe optare per un orario d’ufficio che prevede di terminare le attività entro l’ora di pranzo, cominciando il turno la mattina presto.
Offrire orari di lavoro flessibili può aumentare la soddisfazione e il benessere dei lavoratori, che possono prendersi cura della propria salute (fisica e mentale), in un mondo in cui lo stesso lavoro cambia.
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