Elon Musk impone una settimana lavorativa di 120 ore e promuove il lavoro non retribuito. Un modello disumano che minaccia salute, diritti e dignità dei lavoratori. Ecco cosa sta accadendo.
Una settimana lavorativa di 120 ore: 17 ore al giorno, sette giorni su sette. È questa la proposta “disumana” e alienante del creatore di Tesla Elon Musk.
Il Ceo di Starlink e X avrebbe non solo proposto di prolungare l’orario di lavoro, ma avrebbe anche promosso e difeso il lavoro non pagato: una piaga sociale che rischia di arricchire solo gli imprenditori e datori di lavoro, mentre il resto della popolazione si impoverisce. Immaginate cosa significhi lavorare 17 ore al giorno (e dormire per le altre restanti sette) per poi non vedersi corrisposto un compenso o il valore del proprio operato.
Questa visione estrema del lavoro, recentemente associata alle condizioni imposte ai dipendenti del Department of Government Efficiency (DOGE), impone un modello di produttività in cui il lavoratore diventa un mero ingranaggio della macchina capitalista.
Di fronte a un simile quadro è importante rimanere vigili sui propri diritti lavorativi e conoscere il modello imposto da Musk, i suoi punti deboli, in modo che un simile modello non possa essere adottato in futuro. Scopriamo insieme quante ore dovrebbero lavorare i dipendenti di Musk e perché difende il diritto a non pagarli.
120 ore di lavoro a settimana: un modello inumano e pericoloso
Lavorare per 120 ore a settimana significa trascorrere quasi 17 ore al giorno sul posto di lavoro, senza pause, senza la possibilità di dedicarsi alla famiglia, agli affetti o semplicemente al riposo. Questo modello, imposto da Elon Musk ai dipendenti del DOGE, non è solo insostenibile, ma rappresenta una vera e propria minaccia alla salute fisica e mentale delle persone.
Il sovraccarico lavorativo è noto per provocare stress cronico, depressione, ansia e burnout, oltre a incrementare il rischio di malattie cardiovascolari e ridurre drasticamente la qualità della vita. Tra l’altro, se l’obiettivo di Musk è di aumentare la produttività, la sua proposta lavorativa non ha molte speranze: numerosi studi scientifici dimostrano che superare le 50 ore settimanali di lavoro porta a una drastica riduzione della produttività, oltre a compromettere l’efficienza mentale e creativa dei lavoratori.
Nonostante queste evidenze, Musk continua a portare avanti un’ideologia che privilegia la produttività a discapito dell’umanità. Il suo modello disumanizzante rischia di trasformare le persone in strumenti da “spremere fino all’ultima goccia”, senza alcun riguardo per le conseguenze.
Con queste condizioni non è difficile immaginare un futuro in cui il concetto di tempo libero diventa un lusso riservato a pochi, mentre la maggior parte delle persone è costretta a sacrificare la propria esistenza per garantire il successo di pochi miliardari.
Il lavoro non retribuito: uno sfruttamento mascherato da opportunità
Oltre alla settimana lavorativa di 120 ore, è emerso in questi giorni un altro aspetto inquietante dell’approccio capitalista taylorista di Musk: la promozione del lavoro non retribuito.
Il DOGE, l’agenzia governativa legata all’amministrazione Trump, ha recentemente pubblicato annunci per reclutare persone con “QI molto alto” disposte a lavorare più di 80 ore a settimana “senza stipendio”. Tra l’altro una persona con un elevato quoziente intellettivo, difficilmente potrebbe accettare simili condizioni.
Musk giustifica questa scelta affermando che il lavoro sarebbe “noioso” e “pieno di nemici”, ma necessario per eliminare gli sprechi nel governo. La realtà però è ben diversa: il lavoro non retribuito è una pratica che alimenta le disuguaglianze sociali, trasformando il sistema lavorativo in un ambiente dove solo chi può permetterselo lavora gratuitamente, mentre chi ha bisogno di uno stipendio è costretto a soccombere.
Questa ideologia non solo distrugge la dignità del lavoro, ma rischia di creare una società in cui la precarietà è la norma e il potere resta nelle mani di una ristretta élite - leggasi: Musk e altri miliardari - che continua ad accumulare ricchezze inimmaginabili.
Ma a che prezzo? Il costo umano di una simile organizzazione sarebbe altissimo. Insomma, Musk sta cercando di trasformare il mondo del lavoro in un sistema che cancella il benessere individuale in nome di una produttività senza limiti, ignorando completamente i rischi sociali e sanitari che ne derivano, oltre a quelli ambientali. Infatti, il riscaldamento climatico non è che la conseguenza di un meccanismo che sfrutta le risorse naturali senza alcuna preoccupazione del futuro.
Futuro che può esistere solo se invertiamo drasticamente la mentalità capitalistica, assumendoci la responsabilità di prenderci cura del Pianeta, piuttosto che dei bisogni capricciosi di uomini ricchi, nati in mezzo a miniere di diamanti insanguinati
© RIPRODUZIONE RISERVATA