Come funziona la banca dati per gli affitti brevi? Vediamo le nuove regole, tempistiche e sanzioni per chi non si adegua alle novità.
È tutto pronto per la banca dati sugli affitti brevi: la stretta arriva per combattere l’evasione fiscale e far emergere il sommerso.
Il Ministro del Turismo Garavaglia ha firmato il decreto che disciplina la banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati agli affitti brevi: ma come funziona? L’obiettivo è rendere più trasparente la filiera del turismo e i consumatori, oltre ad agevolare la cooperazione tra il Ministero del Turismo e le autonomie territoriali.
Per gli alberghi e gli operatori turistici professionali non cambierà molto, mentre per chi si occupa di locazioni brevi ci sono nuove regole e sanzioni per chi non le rispetta.
Affitti brevi, pronta la banca dati: come funziona
Con l’introduzione della banca dati per gli affitti brevi il Fisco mette in piedi una struttura di scambio informazioni per combattere l’evasione che affligge questo segmento del settore turistico.
Ma come funziona la banca dati? Nei prossimi mesi verrà messa a punto la piattaforma che raccoglierà le informazioni relative a strutture ricettive e alloggi su tutto il territorio nazionale.
Le informazioni riguardano parametri come:
- la tipologia degli alloggi;
- l’ubicazione;
- la capacità ricettiva;
- gli estremi dei titoli abilitativi richiesti ai fini dello svolgimento dell’attività ricettiva;
- il soggetto che esercita l’attività, anche in forma di locazione breve;
- il codice identificativo regionale, o laddove questo non sia stato adottato, un codice alfanumerico generato dalla banca dati stessa.
A tutte le strutture verrà dato un codice identificativo da esporre negli annunci. Alcune Regioni già utilizzano questo codice: lo rilasciano previa comunicazione e poi lo trasmettono al Comune.
Nei prossimi mesi quindi, se non ci pensa la Regione a fornire un codice identificativo, ci pensa la banca dati nazionale. I dati richiesti, specifica il comunicato stampa del Ministro del Turismo del 29 settembre, verranno usati nel pieno rispetto delle norme, difatti la banca dati ha ricevuto parere favorevole dal Garante per la protezione dei dati personali.
Stretta sugli affitti brevi: le sanzioni
Il codice alfanumerico diventa quindi essenziale, perché va indicato ed esposto in modo visibile, garantendo un facile accesso da parte dell’utenza.
Il codice identificativo potrà essere regionale, o altrimenti sarà la banca dati nazionale ad assegnarne uno. Per chi non dovesse provvedere sono previste sanzioni da 500 a 5.000 euro per ogni unità non comunicata.
Qualora la violazione fosse reiterata, le sanzioni raddoppiano.
Banca dati affitti brevi: i prossimi passi
Cosa succede adesso? Il prossimo passaggio è affidare la realizzazione della piattaforma informatica con procedura pubblica.
Bisognerà poi definire un protocollo di intesa con Regioni e Province autonome, con cui verrà stabilita la data di entrata in vigore dell’obbligo di esposizione del codice identificativo negli annunci.
Il protocollo andrà siglato entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto del Ministero del Turismo in Gazzetta Ufficiale. Con l’occasione si dovranno uniformare le regole regionali che disciplinano la locazione turistica.
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