Tra ottobre e novembre sono attese le decisioni sullo stato dell’economia italiana da parte delle tre principali agenzie di rating. Il ministro Giorgetti non si attende particolari novità.
Nelle prossime settimane l’Italia è chiamata al giudizio da parte delle tre principali agenzia di rating mondiali che si esprimeranno sullo stato dell’economia nazionale. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenuto a «Sky 20 anni» non si è detto preoccupato di un possibile declassamento del rating sovrano.
Il ministro ha incontrato le agenzie tranquillizzandole sulla credibilità e solidità del paese. Un dialogo costante sull’imminente legge di Bilancio ma anche sui precedenti provvedimenti e la stretta al superbonus. Si tratta di atteggiamenti che mostrano l’impegno del governo a tenere in ordine i conti pubblici.
«Siamo un’economia forte, la seconda manifatturiera d’Europa ma con un grande debito pubblico che va gestito nel migliore dei modi senza svarioni», ha detto Giorgetti. C’è comunque attesa nel vedere il giudizio che le tre agenzie daranno sull’Italia. Ecco il calendario.
Tra ottobre e novembre il giudizio sul rating sovrano
La prima agenzia a pronunciarsi sarà Standard&Poor’s il prossimo 20 di ottobre. Vedremo se cambierà qualcosa rispetto all’attuale giudizio di BBB con outlook stabile. Il 10 novembre toccherà a Fitch che la scorsa volta che aveva dato un giudizio di BBB con outlook stabile. Poi il 17 novembre toccherà a Moody’s e questa sarà la prova del nove. Lo scorso maggio l’agenzia decise di non aggiornare il giudizio sullo stato dell’economia italiana. L’attuale giudizio classifica l’Italia a Baa3 con prospettive negative. Moody’s in un report di aprile ha evidenziato come l’Italia sia l’unico paese tra quelli coperti a rischiare di perdere il giudizio di investment grade, che significa titoli di Stato sicuri.
C’è grande attesa e trepidazioni sui mercati per quest’ultimo giudizio. Qualora l’agenzia dovesse decidere di ritoccare il giudizio al ribasso si rischia di perdere il giudizio di investment grade e ci sarebbe un aumento dei tassi di interesse.
Se anche le altre agenzia dovessero adeguarsi al giudizio di Moody’s ci sarebbero problemi anche per le operazioni di acquisto di titoli da parte della Banca centrale europea che, per statuto, non può acquistare bond classificati come “speculativi”.
Le previsione del Governo è che nei prossimi giudizi non si muoverà nulla di eclatante sul nostro paese. Il sottosegretario del Mef, Federico Freni, intervenuto ad un convegno ha detto che l’esecutivo non si aspetta movimenti nei prossimi giudizi. «Siamo fiduciosi che non si muoverà nulla di preoccupante sul rating dell’Italia», ha detto.
«Siamo fiduciosi per l’economia italiana, non vedo timori particolari. Il costo del debito non è un problema italiano. Se Atene piange Sparta non ride perché il costo del debito tedesco è al 3%, cosa che non succedeva dal 2008», ha sottolineato il sottosegretario.
Rendimenti dei titoli in rialzo in Italia
Lo spread tra Btp e Bund in questi giorni si aggira sui 200 punti base. Il rendimento del decennale italiano è salito di 3 punti base al 4,88%, una cosa in controtendenza rispetto agli altri titoli di Stato europei. In Germania il bund è sceso di 4 punti al 2,87%. In Francia si è attestato al 3,45% a -2 punti base. Quello spagnolo è al 3,99% a-1 punto base mentre in Grecia è fermo al 4,31% a -3 punti base.
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