Gli algoritmi possono ridurre bias e incoerenze, ma non sono infallibili. Quando e come dovremmo fidarci di loro rispetto alle decisioni umane? Un’analisi di benefici, rischi e casi reali.
È assolutamente chiaro che prendere decisioni tramite algoritmi può essere imperfetto. È altrettanto chiaro che anche il modo in cui prendono decisioni gli uomini può essere piuttosto imperfetta.
Tuttavia, le imperfezioni di questi due tipi di modalità probabilmente non sono le stesse. Come e quando la società dovrebbe fare uso della presa di decisioni algoritmica? Cass R. Sunstein fornisce un’analisi approfondita in «The use of algorithms in society» (Review of Austrian Economics, dicembre 2024, 37: 399–420).
Sunstein sottolinea due grandi vantaggi della presa di decisioni tramite algoritmi: può evitare pregiudizi e incoerenze. Il pregiudizio si verifica quando un giudice o un medico è eccessivamente influenzato da determinati fattori, come l’aver recentemente visto un caso apparentemente simile. L’incoerenza è invece una caratteristica tipicamente umana, per cui le regole decisionali possono essere applicate in modo diverso a seconda, ad esempio, delle condizioni meteorologiche o dell’orario della giornata (prima o dopo pranzo). (Per un’analisi sulla presa di decisioni nelle udienze per la libertà su cauzione, con riferimento a pregiudizi, incoerenze e un possibile ruolo degli algoritmi, un punto di partenza utile è «The US Pretrial System: Balancing Individual Rights and Public Interests», di Crystal S. Yang e Will Dobbie, pubblicato nell’autunno 2021 nel Journal of Economic Perspectives, dove lavoro come caporedattore). [...]
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