Alitalia, Fs chiede un’ultima proroga

Mario D’Angelo

02/04/2019

Ferrovie dello Stato chiede al Mef un’ulteriore e ultimo rinvio della decisione su Alitalia. Si vola verso la liquidazione?

Alitalia, Fs chiede un’ultima proroga

Lasciata sempre più sola dalle altre compagini pubbliche, Ferrovie dello Stato chiede un’ulteriore proroga della decisione relativa al salvataggio di Alitalia. L’AD Gianfranco Battisti ha inviato una lettera ai commissari straordinari e al Ministero dell’Economia contenente una nuova richiesta di rinvio al 20 aprile della scadenza per la presentazione del piano. Battisti ha anche espresso l’intenzione di non voler rimandare oltre, anche perché la fine di aprile significa che un’altra scadenza sarà molto più vicina: quella per la restituzione del prestito ponte di 900 milioni di euro. D’altronde, qualche giorno fa, i commissari erano stati chiari: o si decide o si liquida.

Alitalia, Fs vuole più tempo

La richiesta di Ferrovie, che non ha ancora ricevuto risposta, è segnale che sul piatto non c’è ancora nulla di concreto. O niente, almeno, che valga la pena di citare. All’appello mancano 400 milioni e un partner che, in questo modo, deterrebbe il 40%. A Fs andrebbe il 30%, agli americani di Delta Airlines, con un investimento di 150 milioni di euro, il 15%. Al Mef, riconvertendo una parte del prestito, spetterebbe un ulteriore 15%. Si arriva, insomma, al 60% e non un punto percentuale di più.

Gianfranco Battisti continua a spingere per una soluzione di mercato, affinché venga garantito un piano industriale in linea con il necessario rilancio della compagnia. Il quale prevede, fra l’altro, l’acquisto di aerei a lungo raggio. Ma dopo il ritiro di Fincantieri, Eni, Poste e Leonardo, che avevano dato l’ok informale per la creazione di una newco, le opzioni sono sempre più esigue.

Atlantia candidato ideale

Il profilo ideale sarebbe quello di Atlantia, che come candidato presenta comunque alcune rilevanti problematiche. Primo, i Benetton hanno detto di non essere interessati, nonostante le considerevoli pressioni del Ministero delle Finanze. La società si troverebbe in un settore totalmente nuovo, anche perché il peso di Alitalia nella sua controllata Aeroporti di Roma si è dimezzato negli ultimi anni. D’altro canto, Giovanni Tria sarebbe certo rassicurato dalla presenza di un partner come Atlantia, anche perché ciò significherebbe minore impegno da parte del Tesoro.

Ma, e qui arriviamo al secondo punto, proprio all’interno del governo un socio come Atlantia genera qualche mal di pancia. La società, dopo il crollo del Ponte Morandi, è sorvegliato speciale da parte del governo, e in particolare dalla sua componente grillina.

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