Allarme banche italiane: l’outlook è negativo per Moody’s, i motivi

Violetta Silvestri

02/11/2022

La scure di Moody’s si abbatte sulle banche italiane: perché l’outlook è passato da stabile e negativo? Previsioni cupe sul Pil del nostro Paese, con ripercussioni sulla qualità del credito bancario.

Allarme banche italiane: l’outlook è negativo per Moody’s, i motivi

Banche italiane nel mirino di Moody’s. Arriva la tegola dell’agenzia di rating sugli istituti di credito della nazione, con l’outlook in peggioramento da stabile a negativo.

Perché è scattato questo aggiornamento al ribasso sul futuro del comparto bancario italiano? C’è da dire che anche Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Polonia e Slovacchia hanno ricevuto la cattiva notizia e le banche di questi Paesi sono state allo stesso modo messe in allerta con un outlook passato da stabile a negativo.

Il clima economico e finanziario generale, ovviamente, sta influenzando le prospettive a breve-medio termine anche per le banche. Non c’è dubbio che inflazione in aumento, tassi di interesse in rialzo, guerra in Ucraina dagli esiti incerti colpiscono le stime di crescita, lasciando palesare un rallentamento, se non una vera e propria recessione.

In questa cornice, l’allarme è tutto sulla qualità dei prestiti richiesti da famiglie e imprese, visti in deterioramento dall’agenzia di rating Usa. Cosa rischiano le banche italiane con un outlook negativo? La risposta di Moody’s, con un faro acceso sul Pil dell’Italia nel 2023.

Cosa rischiano le banche italiane secondo Moody’s

Condizioni operative in deterioramento nei prossimi 12-18 mesi per le banche italiane: questo ha osservato Moody’s, specificando che in vista c’è “l’indebolimento di qualità dei prestiti, redditività e accessibilità ai finanziamenti delle banche.”

Nel suo rapporto, l’agenzia di rating ha sottolineato che le stime sull’Italia sono cupe: nel 2023, infatti, il Pil può slittare dal +2,7% di quest’anno allo 0% l’anno prossimo.

Una crescita annullata nel nostro Paese a causa di guerra in Ucraina, crisi energetica ed elevata inflazione, si tradurrà in un colpo per l’affidabilità dei crediti concessi a piccole imprese e famiglie, creando nuovi prestiti rischiosi.

Inoltre, il rallentamento nella ripresa avrà effetti sull’attività creditizia, vista in diminuzione, sugli accantonamenti per le perdite sui crediti, stimati in aumento per le banche, sui costi operativi in crescita. In questo modo i vantaggi dell’aumento dei tassi di interesse, che per gli istituti di credito significano soprattutto un maggior margine di interesse, verranno annullati o ridimensionati.

Anche il rimborso del programma eccezionale di prestiti super-economici Tltro della Banca centrale europea e i cambiamenti delle condizioni decisi a Francoforte potranno lasciare un segno negativo nei bilanci delle banche.

Una nota positiva per le banche

Moody’s ha anche gettato un’ancora di salvezza per le banche italiane, affermando:

“...prevediamo che i coefficienti patrimoniali assorbiranno i rischi crescenti e rimarranno sostanzialmente solidi. Le misure governative per alleviare la pressione su imprese e famiglie causata dall’aumento dei costi dell’energia saranno di aiuto anche al settore bancario”

Un monito, quindi, anche al Governo Meloni, affinché agisca in modo efficace sui rincari in bolletta e stabilisca un piano fiscale utile a non deteriorare i consumi delle famiglie e gli investimenti delle aziende.

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