L’avvertimento dell’agenzia governativa statunitense sulle famose app e sulla crittografia dei messaggi.
Qualche settimana fa l’FBI aveva lanciato un avvertimento per i cittadini statunitensi invitandoli a non inviare più sms sopratutto tra due dispositivi con sistema operativo diverso. Questo per non correre il rischio che il contenuto dei messaggi venisse intercettato dagli hacker.
Un avvertimento che è avvenuto dopo la scoperta di alcuni attacchi informatici in corso alle reti delle compagnie telefoniche statunitensi e di cui la Cina si è dichiarata estranea descrivendo le accuse come «un pretesto per diffamarla». Ma le agenzie governative sono chiare nel dire che gli hacker di Salt Typhoon, legati al ministero della sicurezza dello Stato cinese, si sono infiltrati in più reti, mettendo a rischio sia i metadati che i contenuti effettivi dei messaggi inviati negli Usa.
Per l’FBI i cittadini statunitensi devono passare ad altre forme di comunicazione che usano la crittografia dei messaggi come WhatsApp, Signal e Facebook Messenger. Le dichiarazioni dell’FBI inizialmente sembravano voler invitare gli utenti ad usare app di messaggistica che usano la crittografia end-to-end che permette di mantenere al sicuro il contenuto dei messaggi. Sia Apple, Google o Meta che sono i tre principali player che usano la crittografia per le loro app di messaggistica dichiarano di non essere in grado nemmeno loro di scoprire il contenuto dei messaggi inviati dagli utenti.
Ciò che non è stato recepito a dovere è un’altro passaggio della dichiarazione dell’FBI, dove si cita che la crittografia deve essere gestita in modo responsabile. E secondo l’FBI app come WhatsApp e Messenger non soddisfano questo requisito, e per questo «devono cambiare».
«Le forze dell’ordine supportano una crittografia forte e gestita in modo responsabile. Questa crittografia dovrebbe essere progettata per proteggere la privacy delle persone e anche gestita in modo che le aziende tecnologiche statunitensi possano fornire contenuti leggibili in risposta ad un ordine legale del tribunale», si legge nel contenuto pubblicato dall’agenzia federale statunitense. La problematica sollevata riguarda proprio l’eccessiva protezione dei dati e del contenuto dei messaggi.
Ad oggi Meta, Apple e Google non sono in grado di rivelare alle forze dell’ordine il contenuto dei messaggi. Questo significa mancanza di prove. In un mondo dove le comunicazioni avvengono quasi totalmente in digitale, per motivi di sicurezza, bisogna che queste aziende costruiscano una tecnologia crittografata dove la privacy delle persone è sempre garantita ma al tempo stesso dovrebbero avere i mezzi per fornire i contenuti delle chat quando questo viene richiesto da un tribunale.
«Terroristi, hacker e altri stanno sfruttando la crittografia end-to-end per nasconderci le loro comunicazioni e le attività illegali», le parole del direttore dell’agenzia federale Christopher Wray. «Bisogna avere accesso alle prove digitali e finché le big tech lo impediranno la giustizia non potrà essere garantita del tutto», ha concluso.
Le aziende per ora sembrano proseguire con la loro politica di difesa dell’utente che certamente non prenderebbero di buon grado il fatto che le forze dell’ordine possano entrare in possesso di contenuti privati.
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