I servizi segreti belga temono penetrazioni dell’intelligence di Pechino all’interno delle istituzioni Ue: cosa sta succedendo?
Gli occhi dei servizi segreti del Belgio sono puntati sulle presunte penetrazioni cinesi a Bruxelles, capitale del Paese dell’Europa Nord-Occidentale e soprattutto sede delle istituzioni europee, a partire dalla Commissione. Nel mirino, principalmente, le presunte mosse di Huawei, a cui sono correlate, secondo i sospetti dell’intelligence, attività di lobbying che potrebbero avere ricadute in termini di raccolta informativa.
A riportare il fatto Politico.eu, che sottolinea: “Negli ultimi mesi, il Servizio di sicurezza dello Stato belga (Vsse) ha interrogato diversi ex dipendenti sulle operazioni di lobbying della società nel cuore del quartiere europeo di Bruxelles” e in quest’ottica ha esteso il suo scrutinio a tutto campo poche settimane dopo che il premier Alexander De Croo aveva stoppato l’uso di TikTok nei cellulari dei funzionari governativi belgi.
leggi anche
Cosa vuole l’Europa dalla Cina in 3 punti
“Non possiamo essere ingenui”, ha sottolineato De Croo giustificando uno stop che segue il crescente allarme euratlantico su TikTok. Il Belgio ospita 26mila diplomatici e decine di migliaia di lobbisti a Bruxelles, sede di Ue, Nato e 300 diverse missioni di Paesi e organizzazioni internazionali.
Logico che le mosse di un colosso come Pechino siamo monitorate da vicino a causa della crescente critica del campo a guida Usa per le attività di Pechino nel cuore dell’Occidente. L’intelligence belga sospetta la presenza di spie cinesi dentro Huawei alla luce delle attività di spionaggio in precedenza scoperte tra i funzionari vicini a Pechino nel Paese.
leggi anche
Stati Uniti e Cina stanno preparando la guerra per Taiwan: ci saranno conseguenze per tutto il mondo
Nel 2019, ad esempio, l’istituto Confucio di Bruxelles fu chiuso per presunte attività di questo tipo. Il controspionaggio belga stringe le maglie. E lo fa lavorando a stretto contatto con i Five Eyes, le spie dell’Anglosfera. Intente a vedere in Pechino il rivale numero uno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA