La Caravella portoghese può avere tentacoli lunghi fino a 20 metri. Ecco dove è stata localizzata e cosa fare in caso di puntura di medusa.
Scatta l’allarme meduse nei mari italiani e questa volta si tratta della Caravella portoghese, un organismo marino che ha dimensioni dai 9 ai 30 cm di lunghezza e può arrivare fino a 15 cm di altezza ed è dotato di una sacca galleggiante ricca di gas. È simile a una medusa, ma non lo è.
Quello che spaventa maggiormente della Caravella Portoghese sono i tentacoli che sono i pericolosi per l’uomo perché fortemente urticanti e velenosi, oltre ad essere tra i più lunghi al mondo: possono raggiungere anche i 20 metri. Gli esemplari più diffusi hanno tentacoli lunghi in media 10 metri.
Le punture della Caravella portoghese, così come quelle delle meduse, possono portare un grande dolore e creare delle ustioni sulla pelle. Molto di raro il veleno può causare shock anafilattico, o sintomi come quelli dell’avvelenamento come febbre, alterazione delle funzioni cardiache, nausea e mal di testa.
Dove è stata avvistata la Caravella portoghese in Italia
La Caravella portoghese è un organismo presente per lo più nell’oceano Atlantico, ma recentemente è stata avvistata nelle acque di Maiorca, in Spagna e in altre zone del Mediterraneo, tra cui le spiagge italiane: al largo della Sicilia, della Sardegna e anche a Reggio Calabria (Villa San Giovanni).
Cosa fare quando si viene punti da una medusa?
Quando si viene punti da una medusa, così come dalla Caravella portoghese, il liquido urticante dei tentacoli - formato da proteine con effetto infiammatorio, neurotossico e paralizzante - può provocare una reazione infiammatoria caratterizzata da rossore localizzato, rilievi cutanei (pomfi), dolore e bruciore. Solitamente dopo circa venti minuti la sensazione di bruciore passa, ma rimane il prurito.
Cosa fare? Sicuramente non farsi prendere dal panico è fondamentale se si è in acqua e si viene punti da una medusa. Uscire dall’acqua e sciacquare la zona che è stata a contatto con i tentacoli è importantissimo e bisogna farlo con l’acqua di mare e non con l’acqua dolce per ripulire la pelle dai residui e per diluire le tossine.
Ovviamente bisogna evitare di grattare le zone interessate, per alleviare il prurito è consigliabile utilizzare gel astringente al cloruro di alluminio o uno spray lenitivo all’acqua di mare, le creme al cortisone o con antistaminico, infatti, sono utili dal momento che fanno effetto dopo circa mezz’ora dall’applicazione. Infine, è opportuno non esporre la zona colpita al sole perché è molto più sensibile.
Quando bisogna andare in ospedale? Sicuramente nel momento in cui la puntura della medusa porta uno shock anafilattico, quindi se la reazione cutanea diventa molto estesa o se questa si associa a difficoltà respiratorie, confusione mentale, sudorazione e pallore.
Si possono prevenire le punture di medusa?
Oltre a controllare l’acqua quando si è in mare, ci sono delle tute e delle creme «anti-meduse» che genericamente rendono la pelle scivolosa non permettendo ai tentacoli urticanti e velenosi di aderire. L’effetto protettivo dipende però dalla medusa e dal tempo di permanenza in acqua.
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