Aumentano i casi di scabbia registrati negli ultimi giorni a Roma: colpiti bambini e adulti, ecco quali sono i sintomi e cosa fare in caso di contagio.
A Roma è allarme scabbia, come se non bastassero l’ampia diffusione dello streptococco e gli anni bui della pandemia che ci siamo appena messi alle spalle, anche se il Covid nonostante la fine dell’emergenza continua a mietere vittime in Italia: 125 morti nell’ultima settimana contro i 150 di quella precedente.
Negli ultimi giorni nella Capitale sono aumentati i casi di scabbia, con l’Asl Roma 1 che ha spiegato come “si sta caratterizzando come una malattia che può colpire tutti”, anche se la situazione al momento è assolutamente sotto controllo.
Solo negli ultimi giorni sono stati registrati cinque casi tutti negli asili nido, ma in città “episodi si sono verificati anche tra adulti, in Rsa e reparti ospedalieri” come ha sottolineato ad Adnkronos Salute Enrico Di Rosa, direttore del Sisp-Servizio Igiene e sanità pubblica della Asl Roma 1.
“Negli ultimi anni c’è la tendenza a una crescita dei casi di scabbia, il motivo non lo sappiamo - ha aggiunto Di Rosa -. I diversi casi registrati a Roma riguardano gli asili nido, un setting che favorisce la diffusione dell’acaro”.
Ma quali sono i sintomi della scabbia? Cosa fare in caso di contagio? Visto l’allarme scattato a Roma, le autorità sanitarie hanno voluto ribadire tutta una serie di linee guida in merito a questa malattia.
Scabbia a Roma: quali sono i sintomi
La scabbia è una malattia della pelle causata dall’acaro Sarcoptes scabiei, un parassita molto piccolo che si insinua sotto la pelle colpendo sia gli uomini sia gli animali. Si tratta di una malattia molto antica, tanto che se ne hanno notizie già tra gli antichi egizi.
I sintomi più comuni della scabbia - che può manifestarsi anche dopo alcune settimane - sono il prurito e la formazione di cunicoli cutanei, delle strie sottili che caratterizzano questa malattia: ne bastano poche infatti per la diagnosi.
Come è stato riscontrato a Roma, la Scabbia solitamente colpisce i bambini ma anche gli adulti non ne sono immuni. Tra gli anziani invece può manifestarsi la scabbia crostosa, che è la forma più grave della malattia.
“Non è un fenomeno solo italiano - ha spiegato sempre all’Adnkronos Di Rosa dell’Asl Roma 1 - anche in Europa c’è una tendenza all’aumento dei casi di scabbia. Però vediamo che si sta caratterizzando come una malattia che può colpire tutti. Non è più una malattia collegata alle condizioni di indigenza, oggi può colpire tutti”.
Scabbia: cosa fare in caso di contagio
Come a Roma hanno voluto sottolineare le autorità sanitarie, la scabbia può essere trasmessa non solo con il contatto prolungato con una persona già infetta - occorrono 15-20 minuti e naturalmente sono a rischio anche i rapporti sessuali - ma anche tramite oggetti.
Di Rosa così ha spiegato che in caso di contagio “bisogna accettare la situazione con serenità, le persone rimangono colpite quando scoprono di avere la scabbia ma invece si deve stare tranquilli e affrontare la situazione”.
Si tratta infatti di una malattia che può essere facilmente superata completamente nel giro di diverse settimane o alcuni mesi ma, se non trattata, può persistere nell’individuo infettato anche per anni.
“La cosa più importante è che tutti quelli che sono stati vicini a una persona contagiata, devono fare il trattamento nello stesso momento - ha aggiunto direttore del Sisp-Servizio Igiene e sanità pubblica della Asl Roma 1 - si usano unguenti acaricidi che vanno prescritti dal medico”.
Infine l’ultima raccomandazione in caso di contagio da scabbia è quella di “porre attenzione al nucleo familiare e alle procedure di igiene della biancheria con un lavaggio in lavatrice a 50 gradi per 10 minuti, una procedura che uccide l’acaro; dopo 48 ore dal trattamento la persona è guarita, può continuare ad avere il prurito ma non deve preoccuparsi”.
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