Allarme siccità in Italia, le zone più a rischio

Alessandro Nuzzo

27/10/2022

Nonostante l’arrivo dell’autunno la situazione siccità in alcune zone e corsi d’acqua resta a livelli molto preoccupanti. Vediamo dove.

Allarme siccità in Italia, le zone più a rischio

L’arrivo dell’autunno non dev’essere un’illusione. L’Italia presenta ancora in alcune zone un grave problema siccità. Il mese di ottobre che è stato uno dei più caldi degli ultimi anni di certo non ha aiutato. La realtà è che nel nostro paese piove sempre meno e quando succede lo fa con estrema violenza.

Così la situazione del Po, dei grandi laghi italiani, ma anche di alcune zone da Nord a Sud, è decisamente allarmante. Questo sta creando non poche difficoltà soprattuto all’agricoltura con gli imprenditori agricoli costretti addirittura ad irrigazioni di soccorso per non compromettere le coltivazioni. Il rischio inoltre è che possano ripartire le fioriture con il pericolo di esporre le piante ad uno stress enorme.

Fiume Po, grandi laghi e Nord Est le zone più attenzionate

Tutta l’Italia è alle prese con una mancanza di piogge che va avanti ormai da diversi mesi. L’inizio dell’autunno non ha cambiato le cose, soprattutto a causa di un mese di ottobre anomalo con temperature ben al di sopra della media stagionale. A preoccupare di più è sicuramente il fiume Po. La sua portata continua ad essere molto bassa attestandosi quasi ai livelli estivi.

Secondo la Coldiretti il corso d’acqua si è abbassato a - 2,3 metri rispetto allo zero idrometrico. Il dato si riferisce alla stazione di Ponte della Becca, in provincia di Pavia, ma è lungo tutto il corso che i livelli sono decisamente bassi rispetto a come dovrebbero essere in questo periodo dell’anno.

«La situazione è drammatica, anche in considerazione del fatto che non si stanno facendo, o sono pochi, i prelievi per uso irriguo. Tutto è dovuto non solo alle temperature al di sopra delle medie ma soprattutto al fatto che non piove ormai da mesi» - ha affermato il segretario generale dell’Autorità Distrettuale del Po Meuccio Berselli.

Ma l’allarme lanciato dalla Coldiretti non riguarda solo il fiume più importante d’Italia, ma anche i grandi laghi e alcune zone del nostro paese. Garda, Iseo, Maggiore, Como, tutti i laghi del Nord hanno una portata al di sotto della media. Il Garda è al 23%, l’Iseo è pieno al 26%, mentre resistono il Maggiore con il 56% e il Como che è riuscito a risalire fino al 72%.

Quanti ai territori, è la zona soprattutto del Nord Est, con Friuli e Veneto ad essere attenzionati per i livelli di falda, fiumi e riserve idriche regionali sotto la media. Scendendo lo stivale anche in Calabria c’è massima allerta visto che secondo il Dipartimento territorio della Regione, l’invaso silano è in grado di soddisfare i bisogni idrici della città di Crotone e Rocca di Neto per soli 21 giorni.

Non va meglio in Toscana dove tutti i fiumi sono in affanno tranne l’Arno. In Umbria il problema è alle sorgenti alla cui portata complessiva mancano 455 litri al secondo rispetto al fabbisogno medio del territorio. In leggera decrescita anche il livello del Tevere e dei laghi di Bracciano e Nemi. In Abruzzo è pressoché a secco il bacino di Penne. Insomma la mancanza di piogge sta causando molti problemi un po’ in tutto il paese. La soluzione dovrà essere rappresentata soprattutto dalle previsioni del tempo, che, stando agli ultimi aggiornamnenti, almeno fino a prossima metà settimana non dicono nulla di buono.

L’alta pressione persisterà anche nei prossimi giorni con temperature oltre la media ma soprattutto bel tempo su quasi tutta la penisola. Poi verso metà prossima settimana dovrebbero rivedersi le piogge che, oltre a portare respiro soprattutto per il settore agricolo, abbasserà anche le temperature portandole nella media stagionale.

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