Durante il corso di settembre, abbiamo assistito ad un solido rialzo degli indici azionari mondiali. Con l’avvio dell’ultimo trimestre dell’anno e gli indici statunitensi che veleggiano in area di massimi storici, quale andamento potrebbero avere i prezzi? Una possibile risposta arriva dalla statistica
A differenza di quanto si potesse immaginare (almeno da un punto di vista statistico), il rialzo dei mercati azionari non si è fermato nemmeno a settembre, con i principali listini azionari statunitensi che veleggiano in area di massimi storici.
A spingere le quotazioni sono stati gli sviluppi sulla guerra commerciale tra Usa e Cina, con il Presidente statunitense, Donald Trump, che ha recentemente affermato che un accordo con il Dragone potrebbe arrivare prima di quando si pensi.
Settembre è stato anche il mese delle banche centrali. Nello specifico, le attenzioni degli operatori si sono concentrate sulle riunioni di BCE e Federal Reserve. Gli istituti centrali hanno messo in campo diverse mosse di politica monetaria: la Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso sui depositi di 10 punti base, portandolo al -0,5%, introducendo anche un sistema di tiering per cercare di sostenere il comparto bancario, penalizzato dal contesto di tassi bassi.
Oltre a questo, da novembre 2019 partirà un nuovo Quantitative Easing da 20 miliardi mensili e l’istituto guidato da Mario Draghi continuerà a reinvestire i proventi dei titoli in scadenza, anche dopo la risalita dei tassi. Importante ricordare che gli stimoli saranno a tempo indeterminato.
Più contenute le manovre del FOMC, che ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli all’1,75-2%. Nella sua conferenza stampa, Jerome Powell ha dichiarato che i prossimi eventuali abbassamenti del consto del denaro saranno subordinati all’andamento dei dati macroeconomici. In questo quadro, Powell ha aperto ad un ritorno all’espansione da parte del bilancio della Fed.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Le prospettive per il quarto trimestre 2019
Dando per assodato che nessuno sa dove si muoveranno i mercati e che vi sono numerosi fattori di incertezza, ci si può basare sulla statistica. Per questa occasione, abbiamo preso come riferimento l’indice più importante degli Stati Uniti, l’S&P 500, estraendo i dati degli ultimi 50 anni (dal 1969).
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Come si vede dal grafico, dal 1969 sono 37 i casi di trimestre positivo, mentre sono solo 13 le volte in cui la performance aggregata degli ultimi 3 mesi dell’anno è risultata negativa. Ciò significa che negli ultimi 50 anni, il periodo ottobre-dicembre è positivo nel 74% dei casi.
Questo è un dato importante, in quanto fa comprendere come vi siano molte probabilità di assistere ad un ulteriore rialzo del principale listino americano.
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