La ricostruzione del ponte Morandi di Genova vede coinvolte grandi aziende italiane operanti nel settore dell’edilizia. L’ufficio studi di Money.it ha condotto un’analisi tecnica sui titoli delle società in pole per l’aggiudicazione: Salini Impregilo e Fincantieri
La ricostruzione del Ponte Morandi di Genova entra in una fase cruciale. Il 26 novembre è scaduto il termine entro il quale le aziende interessate a partecipare alla costruzione del nuovo viadotto autostradale crollato il 14 agosto scorso avrebbero dovuto esprimere il loro interesse.
Tra i quindici progetti arrivati sulla scrivania del commissario straordinario Marco Bucci le proposte che godono di maggior credito appaiono due: Salini Impregilo e Fincantieri.
L’Ufficio studi di Money.it propone un’analisi tecnica sulle principali società di Piazza Affari collegate alla vicenda di Genova evidenziandone le possibili strategie operative per le prossime sedute. Focus dunque su Salini Impregilo e Fincantieri.
Salini Impregilo
La situazione tecnica della società di costruzioni milanese evidenzia segnali positivi osservando la struttura di medio periodo. Tra l’ultima decade di ottobre e i minimi segnati nella scorsa ottava il titolo ha disegnato un pattern di doppio minimo a ridosso di 1,75 euro, area supportiva testata più volte tra il 2008 e il 2011.
Salini Impregilo, grafico settimanale. Fonte: Bloomberg
L’unico ostacolo per una risalita delle quotazioni rimane il livello statico a 2,10 euro che ostacolerebbe il target indicativo fornito dalla figura di inversione precedentemente menzionata a 2,33 euro, area che coinciderebbe inoltre al livello resistenziale che conta i massimi segnati tra luglio e settembre.
Fincantieri
La società triestina controllata da Giuseppe Bono ha l’impostazione tecnica più orientata al ribasso tra i titoli analizzati finora. I corsi di Fincantieri al momento si attestano a 1,043 euro a seguito delle forti vendite partite dai top registrati il 21 settembre a 1,524 euro per azione.
Fincantieri, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Con il recente impulso ribassista, inoltre, i corsi hanno abbandonato il supporto statico a 1,070 euro che contava il precedente minimo segnato lo scorso 2 luglio, rimbalzando sul livello dinamico discendente che collega i minimi segnati nel mesi di aprile e luglio. L’operatività rimane orientata al ribasso fin quando il titolo non effettuerà una chiusura al di sopra del livello statico precedentemente menzionato. Un prossimo obiettivo per operazioni di natura ribassista quindi potrebbe essere identificato a ridosso del livello statico che conta i minimi segnati nel mese di ottobre 2017 a 0,93 euro per azione.
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