Le quotazioni dell’oro sono in una fase di incertezza causata dal clima di attesa per la conferenza stampa di stasera del Presidente della Fed, Jerome Powell. L’analisi tecnica suggerisce un tipo di operatività basata sui breakout per cercare di seguire la tendenza rialzista dominante
Prosegue all’insegna dell’incertezza l’andamento dell’oro, che da quattro sedute veleggia intorno alla soglia psicologica dei 1.300 dollari l’oncia.
Le attese degli operatori sono tutte per la conferenza stampa del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, prevista per le 19:30 (ora italiana) di oggi.
Nelle precedenti audizioni, i toni da colomba del chairman della Fed hanno spinto al rialzo le quotazioni del metallo giallo, che ultimamente sono legate più all’andamento del Dollaro Usa che al clima di propensione al rischio sui mercati azionari.
Oro, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Gli apprezzamenti dell’equity a livello globale non hanno scalfito più di tanto l’impulso bullish del prezioso, che dallo scorso agosto ha ripreso un movimento ascendente.
Dal punto di vista grafico, i prezzi dell’oro stazionano da quattro sessioni all’interno della candela dello scorso 14 marzo. Questa zona corrisponde inoltre al transito della media mobile semplice a 50 giorni.
Per il fronte rialzista risulta importante superare quota 1.310 dollari l’oncia, che permetterebbe ai prezzi di tornare al test della linea di tendenza che collega i minimi del 10 luglio a quelli del 12 dicembre 2017.
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Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Da quanto emerso nell’analisi, si potrebbero sfruttare delle strategie di matrice long basate sul breakout rialzista di area 1.309,50 dollari. Lo stop loss andrebbe posto al di sotto dei minimi della barra di estensione a 1.290 dollari l’oncia, mentre il primo obiettivo di profitto sarebbe localizzato a 1.330 dollari. Il target più ambizioso potrebbe essere individuato a 1.345 dollari, puntando quindi al re-test dei massimi del 20 febbraio 2019.
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