L’analisi tecnica sul petrolio WTI indica che le quotazioni potrebbero essere arrivate in un buon punto dove riprendere la discesa. L’obiettivo finale di un’eventuale gamba ribassista sarebbe individuabile sul supporto a 42,40 dollari al barile
Proseguono gli acquisti sul petrolio WTI, che negli scorsi giorni ha iniziato una fase di riassorbimento dopo le perdite subite tra la seconda metà di aprile e maggio 2019.
Petrolio WTI, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Ad aiutare le quotazioni in questa ascesa sono stati l’eccesso di pressione ribassista, evidenziato dall’RSI settato a 14 periodi, giunto abbondantemente in fase di ipervenduto, e il 61,8% del ritracciamento di Fibonacci disegnato dai minimi del 24 dicembre 2018 ai top dello scorso 23 aprile.
L’analisi tecnica sull’oro nero però suggerisce che la fase di debolezza non sia finita: questo viene testimoniato dalla reazione dei prezzi ieri a ridosso della resistenza statica a 55,08 dollari al barile, lasciata in eredità dai lows dello scorso 25 febbraio.
Solamente con una violazione di questo livello statico si potrebbe assistere ad una ripresa di vigore più strutturata, fino all’intorno dei 60 dollari al barile, zona di transito della media mobile semplice a 200 giorni.
Se invece la debolezza dovesse proseguire, in particolare nel caso in cui i minimi della seduta di ieri dovessero venire violati, si potrebbe assistere ad un nuovo impulso ribassista che avrebbe obiettivo a 50 dollari in primis, per poi passare a quota 42,40 dollari, dove i corsi raggiungerebbero un importante supporto statico.
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Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Visto quanto emerso dall’analisi tecnica, si potrebbero valutare strategie di matrice short nel caso in cui i corsi dovessero tornare a 53,05 dollari. Lo stop loss in questo caso andrebbe posto al di sopra di 55,40 dollari al barile mentre l’obiettivo principale potrebbe essere localizzato a 50 dollari. Un target più ambizioso è individuabile a 48 dollari.
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