I prezzi dell’oro hanno messo a segno una correzione nelle scorse sedute. Il ritracciamento in essere può essere considerato salutare per la prosecuzione della tendenza rialzista, la quale resta solida
Dopo una serie di quattro sedute all’insegna della debolezza, le quotazioni dell’oro stanno cercando di riprendere vigore.
A penalizzare il metallo giallo, bene rifugio per eccellenza, sono state una serie di notizie positive, in particolare la distensione dei rapporti commerciali tra Usa e Cina. Da ultimo, il Dragone ha annunciato di aver sospeso dai dazi 16 tipologie di beni a stelle e strisce, a partire dal 17 settembre (per approfondire).
Oro, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Dal punto di vista grafico, i prezzi hanno cominciato a scendere a ridosso della coriacea resistenza di lungo periodo a 1.535,0699 dollari, ereditata dai minimi del 26 settembre 2011. Tale ostacolo è stato corroborato dalla presenza di una divergenza di inversione bearish sull’RSI settato a 14 periodi.
Le vendite si sono poi intensificate fino a raggiungere il primo supporto, fornito dalla linea di tendenza che unisce i top del 25 giugno a quelli del 19 luglio 2019, su cui i corsi hanno iniziato una reazione chirurgica.
Vi è un altro motivo per pensare che la correzione sul prezioso possa essere conclusa: se si proietta in basso l’estensione del doppio massimo di area 1.555,07 dollari, si noterà che questa corrisponde alle attuali zone di prezzo. Oltre a questo, l’uptrend rimane solido ed è ragionevole pensar che il movimento rialzista non abbia ancora esaurito le sue potenzialità.
Strategie operative sull’oro
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Operativamente, si potrebbero valutare strategie di natura long in caso di recupero dei 1.500 dollari l’oncia. Lo stop loss andrebbe posto a 1.474 dollari, mentre l’obiettivo principale a 1.535 dollari. Un target più ambizioso sarebbe invece individuabile a 1.555 dollari.
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