Le azioni Poste italiane scambiano in territorio negativo dopo la pubblicazione dei conti del terzo trimestre 2019. I ribassi in essere però potrebbero dare vita ad occasioni di acquisto piuttosto interessanti, vediamo come impostare una possibile strategia operativa
Seduta all’insegna dei ribassi per Poste Italiane, che al momento della scrittura si attesta in fondo al FTSE Mib perdendo il 2,10% e passando di mano a 10,935 euro.
Prima dell’apertura, la società ha reso noti i conti del terzo trimestre 2019, i quali hanno segnalato ricavi a 2,568 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% sul medesimo periodo del 2018 e un utile netto a 320 milioni di euro. Entrambi i dati hanno superato le attese degli analisti (per approfondire).
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Poste Italiane, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Da un punto di vista grafico, le quotazioni sono inserite in un uptrend estremamente solido, che ieri le ha portate a nuovi top storici a 11,265 euro.
I ribassi di oggi, che al momento stanno dando vita alla peggior perdita dal 2 ottobre scorso, potrebbero essere dovuti a delle fisiologiche prese di beneficio. Se si guarda al passato infatti, non è inusuale imbattersi in giornate negative che permettono ai prezzi di riprendere il movimento ascendente dopo poco tempo.
In tal senso, il riferimento è sull’area di concentrazione di domanda a 10,795 euro, lasciata in eredità dai top del 16 ottobre 2019: se tale livello dovesse venire violato con forza, i corsi potrebbero riportarsi in primis a ridosso della trendline a 10,56 euro, per poi passare (in caso di prosecuzione della debolezza) al test della linea di tendenza ottenuta collegando i lows del 25 ottobre 2018 a quelli del 9 agosto 2019.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Strategie operative su Poste Italiane
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Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Vista l’intensità dell’uptrend, si potrebbero valutare strategie di natura long in caso di ritracciamento verso i 10,20 euro, in modo tale da migliorare il rapporto rischio/rendimento. Lo stop loss sarebbe individuabile a 9,74 euro, mentre l’obiettivo principale a 10,80 euro. Il target più ambizioso mira invece alla soglia psicologica degli 11 euro.
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