Cosa cambia per le partite IVA con le novità del DL Sostegni bis rispetto all’anno bianco, ovvero all’esonero dei contributi?
Il Dl Sostegni bis prova a velocizzare l’inizio dell’anno bianco per le partite IVA e i professionisti, cioè l’esonero dei contributi disposto dalla Legge di Bilancio 2021 ma ancora non entrato in vigore.
Il decreto attuativo del Ministero del Lavoro continua ad accumulare ritardo: per questo motivo il Parlamento ha pensato a un emendamento al Sostegni bis.
Le novità sono contenute nell’articolo 47-bis del provvedimento, il cui testo attende l’approvazione del Senato per essere convertito entro il 24 luglio. Vediamo cosa cambia per partite IVA e professionisti.
Anno bianco partite IVA: come cambia l’esonero dei contributi col DL Sostegni bis
A chiedere delle modifiche è stata la Ragioneria generale di Stato: è stata proprio una sua nota a far tornare il testo del decreto in Commissione Bilancio. Il decreto ha ottenuto la fiducia del Parlamento e ora si attende quella del Senato (e come abbiamo visto i tempi sono piuttosto stretti).
La nota della Ragioneria ha chiesto (e ottenuto) una modifica ben precisa: ai fini della concessione dell’esonero dei contributi per partite IVA e professionisti, il controllo sulla regolarità contributiva è fatto dagli enti concedenti a partire dal 1° marzo 2022.
Troppo in là per la Ragioneria. Si legge ora nel testo approvato dal Senato:
“la regolarità contributiva è verificata d’ufficio dagli enti concedenti a far data dal 1° novembre 2021. A tal fine la regolarità contributiva è assicurata anche dai versamenti effettuati entro il 31 ottobre 2021.”
In ogni caso, continua il comma 1 dell’articolo 47-bis, resta fermo il recupero degli importi non spettanti fruiti a titolo di esonero.
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Anno bianco partite IVA: cosa manca per l’esonero dei contributi?
Il cosiddetto “anno bianco” è stato istituito dalla Legge di Bilancio 2021 e spetta ai liberi professionisti e alle partite IVA che:
- tra il 2020 e il 2019 hanno subìto un calo di fatturato di almeno il 33%;
- nel 2019 avevano un reddito non superiore a 50.000 euro.
Bisogna inoltre essere in regola con il versamento dei contributi: ogni Cassa farà autonomamente i controlli. L’esonero spetta ai lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’INPS (artigiani e commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata, compresi i lavoratori soci di società e i professionisti componenti di studio associato).
Visto che si tratta di una misura della Legge di Bilancio 2021, avrebbe dovuto essere in vigore ormai da mesi. Cosa manca? Si attende ancora il decreto attuativo del Ministero del Lavoro, che però, prima di essere realmente operativo, dovrà avere l’ok dell’Unione Europea e della Corte dei Conti.
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