Anticipo Tfr e Tfs per dipendenti pubblici, come funziona la richiesta all’Inps

Alessandro Nuzzo

12/11/2022

Rivoluzione nel pubblico impiego con i dipendenti pubblici che potranno finalmente ottenere tutta la liquidazione immediatamente.

Anticipo Tfr e Tfs per dipendenti pubblici, come funziona la richiesta all’Inps

A partire dal prossimo mese di febbraio i dipendenti pubblici potranno ottenere tutta la liquidazione in modo molto più semplice. Si tratta di una piccola rivoluzione messa in atto dall’Inps anticipata da Il Messaggero che cita una deliberazione adottata lo scorso 9 novembre dal consiglio di amministrazione dell’istituto. Vediamo quali novità ci saranno a riguardo l’anticipo del Tfr e Tfs per i dipendenti pubblici.

Da febbraio l’Inps anticiperà la liquidazione ai dipendenti pubblici in pensione con un tasso agevolato

Fino ad oggi i dipendenti pubblici che lasciavano il proprio lavoro avevano diritto a 50mila euro di liquidazione subito e i restanti successivamente entro 24 mesi. In molti per ottenere l’intera cifra dovevano aspettare anche fino a 5 anni. Stiamo parlando di chi andava in “prepensionamento”, per esempio con Quota 100 (62 anni) o 102 (64 anni) e doveva attendere comunque di compiere i 67 anni per ottenere le restanti tranche della liquidazione.

Questo senza contare i ritardi burocratici dell’istituto che per lavorare le pratiche impiegavano moltissimo tempo. Si tratta di una norma decisa durante gli anni della crisi del debito pubblico per dare una mano alle casse dello Stato. L’unica alternativa, introdotta dal Governo Conte riguardava una convenzione stipulata con il sistema bancario che consentiva agli istituti di anticipare la somma fino a 45mila euro dietro però pagamento di interessi.

Essendo però questi prestiti legati al rendimenti dei titoli di stato italiani, con l’incremento di questi negli ultimi mesi, anche il tasso di interesse da versare alle banche è aumentato rendendo in questo modo la misura più onerosa per i cittadini. Per la scadenza più breve (1 anno/1 anno e 6 mesi) ha superato il 2,6%. Per le scadenze più lunghe è arrivato fino al 4,5%. Insomma, l’anticipo del Tfs-Tfr da parte delle banche costa oggi, almeno il 3%.

Ora in soccorso arriva l’intervento dell’Inps che da febbraio anticiperà la liquidazione ai dipendenti pubblici in pensione. Lo farà per chi farà esplicita domanda accettando un tasso agevolato all’1% a cui si aggiungerà un ulteriore 0,5% per le spese.

L’istituto di previdenza nazionale preleverà i fondi dal Fondo Welfare che è alimentato con lo 0,35% delle retribuzioni dei lavoratori pubblici per prestazioni come borse di studio ai figli dei dipendenti, vacanze studio, iniziative sanitarie ecc.

Il finanziamento arriverà ad esito della certificazione Tfr-Tfs prevista in massimo 75 giorni oltre ai tempi tecnici di istruttoria. Le domande potranno essere inoltrate a partire da febbraio in modalità esclusivamente telematica e saranno accolte in ordine di presentazione fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Non potrà ricevere l’anticipo chi però ha un debito contributivo con l’Inps o qualche cartella non saldata con l’Agenzia delle Entrate.

Si tratta di un primo segnale importante da parte del governo per dare una mano ai cittadini che, lavorando per una vita intera, hanno diritto all’intera liquidazione subito ad un tasso irrisorio. Un modo anche per mettere nelle tasche degli italiani denaro immediato che potranno spendere muovendo l’economia.

«Il cda dell’Inps ha deliberato di istituire con decorrenza 1° febbraio 2023 l’erogazione di anticipazioni ordinarie del Tfs e Tfr, applicando alla nuova prestazione il tasso di interesse dell’1%, a tasso fisso per tutta la durata del finanziamento e in regime di capitalizzazione semplice. Un primo segnale importante. Comunque, rimaniamo in attesa fiduciosi del pronunciamento della Corte Costituzionale sul ricorso pendente circa il ritardato pagamento della liquidazione dei dipendenti pubblici» - le parole soddisfatte di Massimo Battaglia, segretario generale Confsal UNSA.

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