L’Assegno di inclusione non spetta a tutte le famiglie che ancora prendono il Reddito di cittadinanza: ecco chi ne sarà escluso.
A gennaio 2024 si passa dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione: tuttavia, non bisogna commettere l’errore di pensare che tutti gli attuali percettori del sostegno avranno accesso alla nuova misura in quanto ci sono delle differenze lato requisiti che potrebbero escludere molte famiglie.
A tal proposito, secondo Bankitalia il numero dei percettori si ridurrà di 900 mila unità, un dato che secondo la ministra Calderone è sovrastimato.
Ma mettiamo da parte i numeri e concentriamoci su un’analisi di tipo qualitativo: quali sono le famiglie che pur soddisfando i requisiti per godere fino all’ultimo del Reddito di cittadinanza non riusciranno ad accedere all’Assegno di inclusione? Ci sono diversi fattori che possono incidere, ma il più importante è senza dubbio quello reddituale.
Nuovi limiti di reddito per l’Assegno di inclusione
Tanto il Reddito di cittadinanza quanto l’Assegno di inclusione spettano a coloro che:
- hanno un Isee pari a 9.360 euro;
- hanno un reddito familiare che non supera i 6.000 euro annui, limite da moltiplicare per il parametro di scala di equivalenza.
Apparentemente, quindi, non sembrano esserci differenze tra l’una e l’altra misura, ma in realtà non è così in quanto con l’Assegno di inclusione vengono modificati i parametri per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, penalizzando le famiglie con figli e quelle in cui ci sono componenti di età compresa tra i 18 e i 59 anni che sono nella condizione di poter lavorare.
A tal proposito, ecco un confronto tra i valori assegnati per ogni componente con il Reddito di cittadinanza e quelli invece previsti per l’Assegno di inclusione:
Componente | Parametro di scala di equivalenza Rdc | Parametro di scala di equivalenza Adi |
---|---|---|
Primo componente | 1 | 1 |
Maggiorenne occupabile | 0,4 | 0 |
Over 60 | 0,4 | 0,4 |
Maggiorenne con carichi di cura | 0,4 | 0,4 |
Disabili o non autosufficienti | 0,4 | 0,5 |
Maggiorenne in condizione di grave disagio bio-psicosociale | 0,4 | 0,3 |
Minore di 2 anni | 0,2 | 0,15 |
Minore con più di 2 anni | 0,2 | 0,10 |
Dal momento che il limite di reddito è calcolato moltiplicando alla soglia massima di 6.000 euro annui il parametro di scala di equivalenza, è ovvio che coloro che subiranno una penalizzazione rischiano di non soddisfare i requisiti per accedere alla nuova misura.
Vediamo perché.
Chi rischia di non prendere l’Assegno di inclusione nonostante sia beneficiario del Reddito di cittadinanza
Nessun pericolo per le famiglie che hanno un reddito inferiore a 6.000 euro: queste potranno accedere alla nuova misura per quanto il cambio delle regole per la definizione del parametro di scala di equivalenza potrebbero comunque comportare una riduzione dell’importo.
A rischiare sono invece tutte quelle famiglie con reddito superiore a 6.000 euro, in quanto l’applicazione del parametro di scala potrebbe non essere sufficiente per rientrare nella soglia massima.
Pensiamo ad esempio a una famiglia composta da due persone, una over 60 e l’altra under 60 che è nella condizione di poter lavorare, con un reddito annuo di 7.000 euro.
Questa ha potuto beneficiare del Reddito di cittadinanza in quanto il limite era di 8.400 euro (6.000 * 1,4), ma non dell’Assegno di inclusione: il nuovo parametro di scala è infatti pari a 1, il che significa che il limite di reddito da non superare è pari a 6.000 euro.
Lo stesso vale per le famiglie che hanno figli minori: ad esempio, se con due minori (rispettivamente di 3 e 5 anni) al parametro di scala si aggiungeva uno 0,4, con il limite di reddito che si innalzava di 2.400 euro annui, per l’Assegno di inclusione l’incremento è dello 0,2 e quindi di soli 1.200 euro.
Il requisito patrimoniale
Attenzione anche a coloro che hanno una casa di proprietà.
Per il Reddito di cittadinanza, infatti, il patrimonio immobiliare non poteva superare la soglia di 30.000 euro, da cui però è esclusa la casa di abitazione. Per l’Assegno di inclusione non è proprio così: la casa di abitazione, infatti, non è considerata solo quando il valore IMU non supera i 150 mila euro.
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