Assegno di inclusione, questo requisito esclude le famiglie senza motivo (e va cambiato)

Simone Micocci

12 Agosto 2024 - 16:52

Niente Assegno di inclusione a chi ha una casa di proprietà (sopra un certo importo). Un requisito che sarebbe opportuno cambiare, vi spiego perché.

Assegno di inclusione, questo requisito esclude le famiglie senza motivo (e va cambiato)

Nel passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione c’è stato un cambio dei requisiti che ha comportato una notevole contrazione della platea dei beneficiari.

Tuttavia, per quanto alcuni siano giustificati dal fatto che il governo ha voluto riconoscere un sostegno solamente a chi non è nella condizione di poter lavorare, altri stanno comportando l’esclusione, secondo noi immotivata, di famiglie che in realtà ne avrebbero bisogno.

In particolare ci riferiamo al requisito del patrimonio immobiliare che, come ci segnalano diversi Caf, è spesso argomento di discussione poiché penalizza famiglie che non hanno soldi e che per colpa di questa condizione non possono neppure accedere al contributo di 350 euro (Supporto per la formazione e il lavoro) riconosciuto agli occupabili che prendono parte alle attività formative e di orientamento.

Come è cambiato questo requisito tra il Reddito di cittadinanza e l’Assegno di inclusione

Nel valutare se una famiglia soddisfava o meno le condizioni per accedere al Reddito di cittadinanza non si è mai tenuto conto dell’eventuale prima casa di proprietà. Il limite da non superare per la soglia del patrimonio immobiliare, infatti, era pari a 30.000 euro ma con l’esclusione appunto della casa di abitazione.

Lo stesso limite si applica per l’Assegno di inclusione, ma con una grande differenza: la casa di abitazione è esclusa solamente se il valore ai fini dell’imposta municipale (Imu) non supera i 150.000 euro.

Di fatto, chi ha una casa di proprietà il cui valore Imu supera la suddetta soglia viene escluso dalla possibilità di accedere all’Assegno di inclusione, indipendentemente dalla situazione reddituale.

Una situazione che di fatto ha comportato l’esclusione di molti ex beneficiari di Reddito di cittadinanza dalla percezione dell’Assegno di inclusione, come pure del Supporto per la formazione e il lavoro per il quale si applica lo stesso requisito.

Un’esclusione che possiamo definire come alquanto discutibile, poiché si dà per scontato che avere una casa di proprietà con valore superiore a 150.000 euro (anche di poche migliaia di euro) rappresenti una fonte di reddito sufficiente per vivere. Ma è davvero così?

Perché questo requisito andrebbe cambiato

I caf che abbiamo ascoltato in questi giorni ci confermano che in molte occasioni questo requisito ha comportato l’esclusione dalla misura di famiglie con reddito pari a zero che avrebbero assolutamente bisogno di un tale sostegno.

Famiglie che fortunatamente possono godere dei vantaggi di una casa di proprietà (spesso lasciata in eredità dai genitori) ma che non per questo vivono in una situazione di minore svantaggio rispetto ad altre.

Una casa di abitazione non produce reddito: anzi, nel caso di chi l’ha acquistata attraverso un mutuo rappresenta persino un ulteriore costo da sostenere. Il problema è che nella valutazione dei requisiti non si tiene conto della presenza di un mutuo residuo da sostenere su quell’abitazione, cosa che invece viene fatta nel calcolo dell’Isee dove la quota residua del mutuo viene sottratta dal valore Imu.

Chi quindi ha acquistato una casa con valore superiore a 150.000 euro, oppure l’ha ricevuta come donazione o in seguito a successione, è in ogni caso tagliato fuori dalla misura.

Un vincolo che sarebbe opportuno eliminare, anche in considerazione del fatto che la platea dei beneficiari dell’Assegno di inclusione è inferiore a quelle che erano le attese. Ci sono quindi risorse residue che potrebbero essere utilizzate per procedere in questa direzione e considerare non meritevoli di un sostegno solo quelle famiglie che hanno una seconda o terza proprietà che volendo possono essere fonte di reddito.

Cosa ne pensate a riguardo? Scrivetelo nei commenti. E se anche voi rientrate nella platea delle famiglie escluse perché la casa di proprietà ha un valore superiore a 150.000 euro raccontateci la vostra esperienza.

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