Assegno di inclusione, è ufficiale. Queste famiglie non prendono i soldi a febbraio

Simone Micocci

17 Febbraio 2025 - 17:55

Assegno di inclusione pagato giovedì 27 febbraio. Ma non per queste famiglie (ecco perché).

Assegno di inclusione, è ufficiale. Queste famiglie non prendono i soldi a febbraio

Il 27 febbraio viene pagato il rinnovo dell’Assegno di inclusione, ma non per tutti. Ci sono famiglie, infatti, che questo mese non prendono i soldi, per una diversa serie di ragioni.

In realtà tutti i motivi per cui l’Assegno di inclusione potrebbe non essere pagato a febbraio dipendono dall’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente che viene utilizzato per fotografare la condizione del nucleo familiare così da valutare se necessita o meno di un sostegno.

Chi prende l’Assegno di inclusione, infatti, deve aver già ricevuto l’Isee aggiornato al 2025 se vuole continuare a beneficiare della prestazione. E non è neppure detto che sia sufficiente questo passaggio: nel nuovo indicatore, infatti, sono stati aggiornati redditi e patrimoni, i quali potrebbero aver superato le soglie fissate dalla normativa sull’Assegno di inclusione (decreto legge n. 48 del 2023).

Sia con Isee non aggiornato che nel caso in cui siano stati superati i valori per redditi e patrimoni, l’Assegno di inclusione non viene pagato a febbraio. Ma distinguere tra le due situazioni è molto importante, in quanto a seconda dei casi ci sono delle diverse soluzioni per sbloccare il pagamento già dal prossimo mese.

Assegno di inclusione non pagato a chi non ha rinnovato l’Isee

Per continuare a beneficiare dell’Assegno di inclusione anche nel 2025 era necessario aggiornare l’Isee entro la scadenza del 31 gennaio. Chi non lo ha fatto va incontro alla sospensione del pagamento, con la prestazione che viene “congelata” fino al momento in cui non si effettua questo passaggio.

Non aver rinnovato l’Isee, quindi, non comporta la decadenza della prestazione, ma solo il blocco temporaneo dei pagamenti.

Fino al momento in cui il nucleo familiare non comunica redditi e patrimoni (aggiornati al 2023) attraverso la nuova Dsu, non ci sarà nessuna ricarica sulla carta. Una volta rilasciato il nuovo Isee, e accertato il mantenimento dei requisiti, l’Assegno di inclusione verrà sbloccato e contestualmente verranno pagati anche gli arretrati.

Assegno di inclusione non pagato se Isee troppo alto

Discorso differente per chi ha presentato l’Isee entro il suddetto termine ma ha visto il valore dell’attestazione crescere rispetto allo scorso anno. Una situazione che, per intenderci, è comune a coloro che tra il 2022 e il 2023 hanno beneficiato di un miglioramento della situazione economica, tanto per i redditi quanto per i patrimoni.

Nel dettaglio, ricordiamo che per godere dell’Assegno di inclusione è necessario soddisfare tutti questi requisiti:

  • Isee non superiore a 10.140 euro;
  • reddito non superiore a 6.500 euro (da moltiplicare per il parametro di scala di equivalenza), che aumenta a 8.190 euro nel caso dei nuclei composti esclusivamente da persone over 67 oppure con grave disabilità;
  • il patrimonio immobiliare non deve superare i 30.000 euro. Nel limite non è compresa la prima casa di proprietà, eccetto il caso in cui abbia un valore ai fini Imu superiore a 150.000 euro;
  • nel caso del patrimonio mobiliare, il limite è di 6.000 euro. Questa soglia aumenta di 2.000 euro per ogni componente successivo al primo fino a un massimo di 10.000 euro. Si aggiungono poi altri 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo, mentre in caso di persona con disabilità si aggiungono dai 5.000 ai 7.500 euro (in caso di grave disabilità o non autosufficienza).

La perdita di anche uno solo tra questi requisiti, certificata dal nuovo Isee, comporta la decadenza dell’Assegno di inclusione e di conseguenza il mancato pagamento a febbraio.

A differenza di chi non ha richiesto l’Isee, quindi, in questo caso la prestazione è stata revocata e per sbloccare il pagamento c’è una sola soluzione: nel caso in cui se ne soddisfino i requisiti è possibile richiedere l’Isee corrente. Si tratta di uno strumento con il quale si prende in esame la condizione economica aggiornata a un anno prima (e non due anni come per l’Isee ordinario). Di conseguenza, qualora tra il 2023 e il 2024 abbiate subito un peggioramento di redditi o patrimoni, allora l’Isee corrente potrebbe essere la soluzione giusta per rientrare entro le soglie previste e presentare una nuova domanda di Assegno di inclusione.

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