Assegno unico universale (Auu), attenzione alla scadenza del 30 giugno: cosa succede dopo questo termine?
Oggi - venerdì 30 giugno - è una scadenza importante per l’assegno unico per figli a carico. Entro oggi, infatti, va presentata la domanda (da chi ancora non ne percepisce), o comunque bisogna aggiornare l’Isee, per avere diritto agli arretrati fino al marzo scorso.
Per chi non lo fa non sono ammesse deroghe: quanto eventualmente spettava per i mesi di marzo, aprile, maggio e (appunto) giugno non verrà riconosciuto e per l’interessato non ci saranno possibilità di recuperare i soldi persi.
In ogni caso questa scadenza dovrebbe riguardare un numero limitato di famiglie, specialmente quest’anno che l’Inps ha disposto il rinnovo automatico dell’assegno unico tra febbraio e marzo per chi ne risultava già beneficiario e quindi non è stato necessario presentare una nuova domanda.
Visto che mancano ancora poche ore al termine ultimo del 30 giugno 2023, vediamo quindi chi deve fare attenzione e questa data e cosa succede una volta superata una tale scadenza.
Chi deve fare attenzione alla scadenza del 30 giugno
Come anticipato, la scadenza del 30 giugno riguarda una platea limitata di famiglie, quali:
- chi pur avendo figli a carico non percepisce ancora l’assegno unico in quanto non ne ha presentato domanda;
- chi non ha ancora richiesto l’Isee 2023 e quindi sta percependo della quota minima di assegno unico;
- chi è in regola con domanda e Isee ma potrebbe presentare un Isee corrente così da aumentare l’importo dell’assegno unico.
In tutti questi casi la scadenza del 30 giugno è importante perché entro questo termine una domanda o un rinnovo dell’Isee hanno conseguenze con decorrenza dal 1° marzo 2023, con la possibilità quindi di beneficiare anche degli arretrati (solitamente pagati in sede di conguaglio nell’anno successivo).
Cosa succede dopo il 30 giugno
Analizziamo adesso ogni singola situazione per capire cosa succederà dopo il 30 giugno in caso di mancata presentazione della domanda o di rinnovo dell’Isee.
1. Cosa succede a chi presenta domanda dopo il 30 giugno
Chi non prende ancora l’assegno unico, pur potendo visto che ne soddisfa tutti i requisiti, ha tempo fino al 30 giugno per fare domanda all’Inps così da beneficiare delle somme spettanti nel periodo che va da marzo a luglio 2023.
Diversamente, chi aspetta il 1° luglio per fare domanda dovrà attenersi alla regola per cui l’assegno unico decorre a partire dal mese successivo a quello in cui ne viene fatta domanda, senza possibilità di percepirne gli arretrati.
Quindi, per le domande inviate a luglio l’assegno unico decorrerà da agosto, se inviate ad agosto, invece, a partire da settembre (e così via).
2. Cosa succede a chi richiede l’Isee 2023 dopo il 30 giugno
L’assegno unico si può percepire anche senza Isee, ma in tal caso ne viene riconosciuto il minimo dell’importo. L’Isee può essere richiesto anche successivamente, ma appunto solo chi lo fa entro il 30 giugno avrà diritto al ricalcolo anche per i mesi precedenti.
Richiedere l’Isee dopo tale scadenza, invece, comporterà un ricalcolo solamente per il periodo successivo. Come spiegato dall’Inps, infatti, nel caso di Isee presentato dall’1 luglio l’assegno unico verrà comunque ricalcolato ma solamente per le mensilità accreditate successivamente.
3. Cosa succede a chi richiede l’Isee corrente dopo il 30 giugno
Lo stesso vale per chi pur avendo un Isee in corso di validità sta riflettendo sulla possibilità di richiedere un Isee corrente, così da ridurre il valore dell’attestazione e aumentare di conseguenza l’importo dell’assegno unico.
Anche per l’Isee corrente il rilascio deve avvenire entro il 30 giugno per godere di un ricalcolo a decorrere da marzo 2023. Diversamente si potrà comunque sfruttare l’Isee corrente come strumento per aumentare l’importo percepito, ma anche in tal caso il ricalcolo avverrà solamente dal mese successivo a quello in cui l’Inps ha acquisito la nuova attestazione.
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