Allarme assegno unico, ecco chi ne percepirà solo metà

Emiliana Costa

16/12/2021

Da gennaio 2022, gli utenti potranno fare richiesta per l’assegno unico sul sito dell’Inps. Ma qualcuno potrebbe percepirne solo metà. Ecco chi.

Allarme assegno unico, ecco chi ne percepirà solo metà

Assegno unico a rischio, alcune famiglie potrebbero riceverne solo la metà. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, in audizione alla commissione Affari sociali della Camera, ha spiegato che in alcuni casi specifici l’assegno potrebbe essere dimezzato. Entriamo nel dettaglio.

Assegno unico dimezzato, ecco chi rischia

A rischio l’assegno unico per i genitori divorziati, separati o non più conviventi. L’importo infatti sarà dimezzato nel caso in cui il secondo genitore non dovesse collaborare. Il richiedente riceverà un «mini-assegno unico» dalla cifra dimezzata se l’ex partner non completerà la domanda.

Come riporta il Messaggero, lo ha spiegato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico in audizione alla commissione Affari sociali della Camera. «Il genitore richiedente - chiarisce Tridico - si collegherà al sistema per inoltrare la propria domanda, dopodiché l’altro genitore riceverà un sms e a quel punto potrà decidere se inserire i suoi dati per ricevere il 50 per cento dell’importo o se lasciare l’intera cifra all’ex partner».

I genitori potranno presentare la domanda per l’assegno unico sul sito dell’Inps, a partire da gennaio 2022. È prevista un’apposita procedura online, raggiungibile dal sito dell’istituto. Per l’autenticazione occorrerà essere in possesso di Spid, Cie o Cns, la Carta nazionale dei servizi. Altrimenti la richiesta potrà essere inoltrata tramite patronato o contact center.

A quanto ammonta l’assegno unico

Il nuovo assegno unico - che ha l’obiettivo di semplificare e potenziare gli interventi a sostegno della genitorialità - interessa 11 milioni di minori.

L’importo dell’assegno varia a seconda dell’Isee (l’indicatore della situazione socio economica del nucleo familiare): va dai 175 euro al mese previsti per gli Isee pari o inferiori a 15 mila euro, ai 50 euro per quelli pari o superiori a 40mila euro. Molti però sono i nuclei senza Isee.

«Ci aspettiamo - ha aggiunto Tridico - che la quota di Isee presentati aumenti dagli attuali 7-7,5 milioni a 8,5 milioni. Non farà l’Isee chi reputa di stare sopra i 40mila euro di reddito e chi non vuole condividere con l’Inps i dati sulle proprie ricchezze, accontentandosi così della cifra minima, pari a cinquanta euro mensili». L’Isee infatti non è una dichiarazione obbligatoria, come ad esempio la dichiarazione dei redditi.

A regime, le risorse a disposizione per l’assegno unico ammontano a 18,2 miliardi di euro. «A marzo - ha chiarito il presidente dell’Inps - si partirà con risorse complessive pari a 12,2 miliardi per il 2022, cui si aggiungeranno 6 miliardi a regime dal 2023».

L’assegno unico assorbirà gli assegni per il nucleo e gli assegni familiari, le detrazioni per i figli a carico, l’assegno dei Comuni per nuclei con almeno 3 figli minori, il premio alla nascita e il bonus bebè. Non influirà invece sugli importi del bonus asilo nido.

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