Il presidente delle Filippine ha invitato la popolazione povera a disinfettare le mascherine con la benzina. Un metodo assurdo, che però il capo di Stato ha difeso come rimedio alla lotta al coronavirus.
Storie assurde in questi tempi dominati dal coronavirus arrivano dal mondo. Nelle Filippine, il presidente Duterte ha suggerito alla popolazione di utilizzare un metodo piuttosto assurdo e controverso per disinfettare le mascherine.
Il suo è stato un tentativo di aiutare i poveri che non possono acquistare mascherine nuove e disinfettanti. L’alternativa? La benzina.
Nello stupore generale, soprattutto dei funzionari sanitari filippini, Duterte ha difeso la sua idea.
Un episodio, quest’ultimo, che riporta l’attenzione sulle fake news diffuse tra le popolazioni più disperate e senza mezzi nella lotta al coronavirus.
Disinfettare mascherine con la benzina: l’idea di Duterte
Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha nuovamente invitato a gente a disinfettare le loro mascherine con la benzina, insistendo sul fatto che non stava scherzando.
La settimana scorsa aveva fatto osservazioni simili, ma i funzionari erano stati pronti a correggerlo, dichiarando che si trattava di una presa in giro.
Tuttavia Duterte è apparso convinto come non mai della sua proposta:
“Quello che ho detto era vero. Se l’alcol non è disponibile, specialmente per i poveri, basta andare a una stazione di benzina e usare gasolio per disinfettare.”
L’invito è più che mai pericoloso, visto che non sono affatto prove scientifiche sull’effetto disinfettante della benzina sulle mascherine.
Anzi, gli esperti di salute hanno messo in chiaro che un contatto prolungato con il gasolio è dannoso e versare liquidi infiammabili sui tessuti può comportare seri rischi di incendio.
L’ultima dichiarazione di Duterte si affianca alle altre esternate finora e considerate almeno discutibili.
A febbraio - poco dopo che le Filippine sono diventate il primo Paese a registrare una morte di COVID-19 fuori dalla Cina - il presidente aveva già minimizzato il problema, dicendo che il virus alla fine sarebbe scomparso per morte naturale.
Un’idea abbandonata poco dopo, con l’impennata di casi nazionali. In questo nuovo scenario, Duterte ha assunto il pugno di ferro contro i trasgressori delle misure preventive, annunciando che i soldati potevano sparare se ci fossero state violazioni della quarantena.
Nelle Filippine il numero totale di casi positivi è di circa 90.000, con un picco di oltre 3.000 positivi al giorno registrato giovedì 30 luglio.
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