Astaldi: presentato concordato preventivo, titolo in picchiata

Francesca Caiazzo

28 Settembre 2018 - 09:50

Il gruppo ha presentato al Tribunale di Roma una domanda di concordato preventivo ’con riserva’ e il titolo crolla

Astaldi: presentato concordato preventivo, titolo in picchiata

Le mancate disponibilità finanziarie non permettono di attuare il piano di rafforzamento patrimoniale previsto. Questa la motivazione che ha spinto Astaldi a presentare al tribunale di Roma una richiesta di concordato preventivo con riserva.

Il gruppo italiano attivo nel settore delle costruzioni vive da tempo una tensione finanziaria piuttosto significativa, acuita nelle ultime settimane dalla crisi economico-finanziaria in Turchia, dove era pronto a cedere alcuni asset.

Ma l’operazione non si è ancora concretizzata e la procedura di vendita del Terzo Ponte sul Bosforo – una delle condizioni essenziali su cui si basa il piano di rafforzamento - sta impiegando più tempo del previsto.

Il Consiglio di Amministrazione di Astaldi, vista la situazione, rinvierà l’approvazione della relazione semestrale, prevista per oggi.

Intanto, il titolo del gruppo apre la seduta in picchiata e al momento della scrittura lascia sul terreno il 14,47% scambiato a 0,98 euro.

La richiesta di concordato preventivo

A comunicare la decisione di richiedere il concordato preventivo con riserva è la stessa società che in una lunga nota spiega le ragioni che l’hanno spinta a tale mossa.

Come detto, il freno al piano di rafforzamento patrimoniale – che si basa anche su un aumento di capitale già approvato dal Cda – è arrivato dalla Turchia: la crisi politica e la svalutazione della lira hanno sbaragliato le carte, provocando ritardi nella cessione del Terzo Ponte sul Bosforo, per il quale non è ancora pervenuta alcuna offerta vincolante, nonostante l’interesse di un gruppo cinese.

Alla luce della situazione venutasi a creare, il board di Astaldi ha deciso di presentare dinanzi al Tribunale di Roma una domanda di concordato preventivo “con riserva”, cui seguirà il deposito di una proposta di concordato preventivo in continuità aziendale, al fine di “ottenere gli effetti protettivi del patrimonio della società” e “salvaguardare l’operatività e la continuità aziendale”.

Attraverso questa procedura, Astaldi

“intende avvalersi di uno strumento di gestione della crisi per superare una temporanea tensione finanziaria, causata principalmente dai fattori sopra indicati, che ha determinato ritardi con riferimento, tra l’altro, allo start-up di alcune nuove commesse acquisite, all’incasso di alcuni anticipi ed al regolare avanzamento di alcuni progetti per cui la Società ritiene non più perseguibili ad oggi gli obiettivi aziendali delineati nel Piano Strategico 2018-2022”.

Il nuovo piano in continuità aziendale

Astaldi precisa che proseguirà ad operare in regime di continuità aziendale e che è in corso di definizione un nuovo piano che verrà presentato entro i termini previsti al Tribunale.

Il percorso di ristrutturazione di massima allo studio del gruppo prevede “l’acquisizione di finanza prededucibile e un aumento di capitale in esecuzione del concordato” e “la concessione in affitto, a due newco di nuova costituzione possedute al 100% da Astaldi, dei rami di azienda comprensivi, il primo, delle attività eseguite tramite joint venture operation con partner internazionali e, il secondo, delle attività eseguite direttamente attraverso succursali locali”.

Il gruppo romano rende noto, infine, che il Cda ha deliberato di chiedere l’esclusione volontaria delle azioni della società dal segmento STAR e il passaggio delle stesse al segmento MTA, continuando a “rispettare le best practice e i principi di governance previsti dal Codice di autodisciplina delle società quotate”.

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