Aumento di 100 euro netti (a salire) in arrivo per le Forze Armate

Simone Micocci

26 Luglio 2024 - 08:36

Arrivano importanti conferme sull’aumento di stipendio per il personale delle Forze Armate: si parte da 100 euro netti, ma resta l’incognita straordinari.

Aumento di 100 euro netti (a salire) in arrivo per le Forze Armate

Ci sono importanti risvolti per il rinnovo di contratto delle Forze Armate (triennio 2022-2024) dopo l’incontro andato in scena nella giornata di giovedì 25 luglio.

Come vi avevamo già anticipato, su indicazione del sindacato Aspmi, si va verso un aumento di 100 euro netti per il livello di inquadramento più basso, almeno per quanto riguarda la parte fissa.

A tal proposito, i sindacati delle Forze Armate stanno lavorando con i tecnici della Funzione pubblica per far sì che con le risorse a disposizione si possa arrivare a un accordo che possa riconoscere al personale militare il recupero parziale del potere d’acquisto dopo la svalutazione causata dall’inflazione dell’ultimo triennio. Questa cifra che mette d’accordo i sindacati che hanno presenziato l’incontro - anche perché, come vedremo di seguito, non possono fare altrimenti - salvo qualche eccezione che tuttavia non mette a rischio il prosieguo delle trattative, per quanto manchi ancora chiarezza su un altro aspetto fondamentale: la parte accessoria del contratto.

Si va verso l’aumento di 100 euro netti (a salire) per le Forze Armate

Partiamo da un presupposto: la percentuale di riferimento per l’aumento della parte fissa della retribuzione è definita a livello centrale dall’Aran (l’Agenzia che rappresenta la Pubblica amministrazione nella contrattazione), sulla base delle risorse a disposizione.

Ogni comparto deve attenersi a quella percentuale, con la possibilità poi di salire intervenendo su altri aspetti della retribuzione, sulla parte accessoria quindi.

Nel dettaglio, la percentuale per il triennio 2022-2024 è pari al 5,89%. A tal proposito, tenendo conto di tabellare e indennità pensionabile, si arriva per il livello base a un aumento di 130 euro lordi, che appunto al netto è vicino ai 100 euro.

Una cifra che ha portato alcune sigle sindacali ad abbandonare il tavolo, in quanto si aspettano un intervento sulla suddetta percentuale. Ma, come anticipato, non è tecnicamente possibile. La maggior parte delle sigle invece è pronta ad andare avanti, per discutere su quelli che sono gli aspetti che davvero possono essere oggetto del confronto, con la possibilità che possa esserci un aumento ulteriore andando così incontro alle aspettative dei militari.

L’importanza del salario accessorio

Appurato che l’aumento della parte fissa partirà da una base di 100 euro netti per poi salire per i livelli gerarchicamente superiori, i prossimi step riguarderanno la discussione sulla parte accessoria.

Non è un caso che la Rete sindacale militare abbia richiesto un incontro con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché possa autorizzare con la legge di Bilancio 2025 uno stanziamento ulteriore di risorse così da poter intervenire su straordinari e altre indennità. È qui che si giocherà la vera partita, in quanto appunto c’è maggiore margine di trattativa rispetto al tabellare.

Ad esempio raddoppiando l’importo riconosciuto per l’indennità forfettaria di guardia, oggi pari a 3 euro netti, come pure intervenendo su altre voci come il riconoscimento dello sviluppo direttivo del ruolo marescialli.

Partita che tuttavia c’è chi non sembra essere disposto a giocare, rinunciando già oggi a sedere al tavolo contrattuale quando ci sarà da discutere su quei temi che possono contribuire a incrementare lo stipendio in misura maggiore rispetto alla percentuale indicata a livello centrale. Anche perché non c’è da discutere solamente sull’accessorio, ma anche sulla parte normativa del contratto che vede affrontare temi molto importanti, dalla tutela della genitorialità alla possibilità di disciplinare regole chiare per il telelavoro.

Per adesso, quindi, l’aumento di 100 euro netti a salire è l’unica certezza, così come il fatto che nonostante la rottura da parte di alcune sigle la maggior parte dei sindacati è disposta ad andare avanti per far sì che si possa arrivare, probabilmente già subito dopo l’estate, a quell’accordo che possa davvero riconoscere una valorizzazione economica del lavoro svolto dal personale in divisa.

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