Dal cda odierno di Autostrade per l’Italia è stata approvata la proposta da inviare al governo, che potrebbe decidere già tutto nel CdM di martedì. Ma il primo giudizio dei 5 stelle è lapidario: “Non sufficiente”
Da Autostrade per l’Italia è arrivata una nuova proposta al governo.
Ad annunciarlo per prima l’ANSA, che ha parlato di piano che mira a sciogliere il nodo concessioni autostradali.
A questo punto si potrebbe andare verso una chiusura della questione già il prossimo martedì, nel corso del consiglio dei ministri che avrà in mano il documento.
Secondo quanto poi rivelato nelle ore successive da Repubblica, a livello economico la nuova proposta metterebbe sul piatto circa 3,4 miliardi di euro. Cifra che supera i 3 miliardi di cui si è parlato in un primo momento, e che andrebbe ovviamente a costituire la quota relativa al risarcimento sul tavolo dell’esecutivo.
Anche sul fronte controllo della società, Atlantia sembra aver rivisto le sue posizioni, mostrandosi disposta a scendere sotto il 50% delle azioni di Autostrade per l’Italia. Un ribasso notevole considerando che al momento Atlantia detiene circa l’88% di Autostrade.
Ma il primo giudizio dell’esecutivo sembra tutt’altro che positivo, e sempre l’ANSA riporta come diverse figure del Movimento 5 stelle avrebbero commentato il documento con un didascalico “non è sufficiente”, evidenziando quindi la convinzione che i Benetton debbano definitivamente farsi da parte.
Autostrade, martedì si chiude?
Al momento non sono ancora chiari tempi di ricezione e discussione da parte governativa della nuova proposta, figlia del cda odierno di Autostrade guidato dall’ad Roberto Tomasi.
Secondo l’ANSA, dopo un invio immediato sarebbero già arrivati i primi feedback tutt’altro che positivi dal versante Movimento 5 stelle. In molti indicano ora la data del prossimo martedì come cruciale per sciogliere forse definitivamente il nodo concessioni ad Atlantia.
Martedì 14 luglio si terrà infatti il CdM, ma prima ancora lunedì dovrebbe essere di scena l’ultima riunione prima dell’arrivo del documento in consiglio. Stando a quanto dichiarato solo ieri dal vice segretario del Pd Andrea Orlando, il focus principale dell’esecutivo sarà su “garanzie su tariffe, investimenti, controlli”.
“Se sarà revoca o radicale riassetto societario tocca al governo dirlo sulla base delle analisi tecniche, che a questo punto dovrebbero essere più che sufficienti. Il Pd non ha mai chiesto rinvii sull’argomento. I tempi li decide il governo e per noi di tempo ne è già passato sin troppo”.
Si può quindi ipotizzare che nelle ore immediatamente successive la proposta arrivi tra le mani della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, che in primis insieme ai tecnici del ministero avrà il compito di vagliare il tutto.
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