Avvertimento per gli utenti di IPTV, “La vostra identità può essere rubata”

Maria Paola Pizzonia

19 Gennaio 2025 - 14:58

La diffusione dello streaming illegale via IP TV preoccupa le autorità britanniche, che lanciano un avvertimento ai milioni di utenti.

Avvertimento per gli utenti di IPTV, “La vostra identità può essere rubata”

Il mercato delle IPTV illegali in Inghilterra continua a crescere, con oltre quattro milioni di britannici che utilizzano piattaforme di streaming non autorizzate per accedere a contenuti come Sky Sports e la Premier League a prezzi irrisori. Tuttavia, il costo reale potrebbe essere molto più alto di quanto sembri.

Secondo David Ingham, direttore della società Cognizant, specializzata nell’identificazione dello streaming illegale, questi servizi rappresentano una minaccia concreta per la sicurezza degli utenti. “Potrebbe esserci un malware che ti monitora”, avverte, sottolineando il rischio di furto d’identità durante le transazioni.

L’azione delle autorità

Per contrastare questo fenomeno, le autorità britanniche hanno intensificato le operazioni contro il commercio illegale di IPTV. Un esempio recente è il caso di Jonathan Edge, un ventinovenne condannato per la vendita e distribuzione di dispositivi e abbonamenti illegali. Le indagini coinvolgono anche organizzazioni come la Federation Against Copyright Theft (FACT), che collabora con la polizia per identificare e smantellare queste reti criminali.
Utilizzare o fornire dispositivi di streaming illegali è un reato grave”, ha dichiarato FACT. “Stiamo lavorando duramente per fermare queste operazioni e gli utenti devono essere consapevoli dei rischi legali e personali che corrono.”

Crimine organizzato e furto di dati

Il Telegraph ha evidenziato come il commercio di IPTV illegali sia spesso legato al crimine organizzato, con comparazioni al traffico di droga per la sua diffusione e complessità. Ma ciò che spaventa di più è il rischio di compromissione dei dati personali. Gli utenti che acquistano abbonamenti a prezzi sospettosamente bassi potrebbero inavvertitamente fornire informazioni sensibili, come dati bancari e identità digitale, a gruppi criminali.

Se trovi un’offerta troppo buona per essere vera, probabilmente lo è. E potrebbe costarti molto di più che il prezzo pagato”, conclude Ingham.

E in Italia?

Negli ultimi anni, le autorità italiane hanno intensificato le misure contro lo streaming illegale. Alcune operazioni (come Black IPTV) hanno portato al sequestro di piattaforme pirata e all’arresto di decine di responsabili, smantellando reti che coinvolgevano migliaia di utenti. La Guardia di Finanza collabora regolarmente con organizzazioni internazionali e le principali emittenti per contrastare il fenomeno. Tuttavia, la diffusione di strumenti come i decoder “pezzotti” – dispositivi che consentono di accedere a contenuti piratati – resta un problema. Questi apparecchi sono venduti online o tramite circuiti illegali a prezzi irrisori, alimentando un mercato sommerso difficile da debellare.

Come in Inghilterra, anche in Italia gli utenti di IPTV illegali rischiano conseguenze legali. La legge italiana prevede sanzioni severe per chi utilizza questi servizi, con multe che possono arrivare a 25.000 euro e la possibilità di procedimenti penali per i casi più gravi. Oltre a ciò, gli utenti devono fare i conti con i pericoli legati al malware e al furto di dati.

Cosa rischiano gli utenti?

Gli avvisi non riguardano solo le conseguenze legali, che includono multe e persino il carcere per chi viene scoperto a distribuire o utilizzare IPTV illegali, ma anche i rischi tecnologici e finanziari. Malware nascosti nei dispositivi di streaming o nei siti web di pagamento possono monitorare l’attività degli utenti e rubare informazioni sensibili.

Il messaggio per chi utilizza IPTV illegali è chiaro: i rischi superano di gran lunga i benefici. Non solo si infrange la legge, ma si mette a repentaglio la propria sicurezza personale. In un’epoca in cui la privacy e la protezione dei dati sono sempre più centrali, scegliere vie legali per accedere ai contenuti è una scelta non solo responsabile, ma necessaria.

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