Pioggia di lettere dell’Agenzia delle Entrate a partire dal 2025 per anomalia rivelate sulle dichiarazioni dei redditi di Partite Iva e privati. Lo scopo è favorire l’adempimento spontaneo.
Pioggia di avvisi da parte dell’Agenzia delle Entrate a partire dal 2025 sia per partite Iva che per i privati con lo scopo di favorire l’adempimento spontaneo delle irregolarità. Cosa deve fare chi riceve una lettera da parte del Fisco?
Non si tratta di avvisi di accertamento ma di lettere di compliance, cioè un avviso in cui vengono riportate delle anomalie o delle irregolarità rilevate nelle dichiarazioni dei redditi di autonomi o dipendenti. Possono verificarsi gli invi delle lettere in caso di omissioni o non corrispondenza dei dati dichiarati rispetto a rilevabile nei database dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è quello di evirare il contenzione portando il contribuente a sanare il tutto con l’adempimento spontaneo.
Per recuperare il gettito fiscale Agenzia delle Entrate e MEF si alleano e prevedono l’invio di circa 3 milioni di comunicazioni di segnalazione ai contribuenti di anomalie da sanare.
Lo scopo delle comunicazioni e dell’alleanza tra Mef e AdeR è quello di favorire l’emersione delle basi imponibili ai fini delle imposte dirette e ai fini Iva. Su cosa vertono le comunicazioni? Riguarderanno eventuali irregolarità presenti su:
- liquidazioni periodiche Iva;
- dichiarazioni dei redditi di lavoratori autonomi e aziende;
- dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti;
- comunicazioni ISA;
- scostamento tra pagamenti elettronici effettuati e corrispettivi dichiarati.
La regolarizzazione da parte dei contribuenti deve avvenire entro 90 giorni dalla ricezione della lettera di compliance.
Lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate
L’Amministrazione Finanziaria quindi notifica al contribuente che ci sono delle anomalie prima di mandare un avviso di accertamento. In questo modo il cittadino può regolarizzare la propria situazione, andando a correggere gli errori e approfittando dello strumento del ravvedimento operoso.
Il 2025 inizierà però con una raffica di avvisi, che continueranno ad arrivare per tutto l’anno. Vediamo chi deve aspettarsi una lettera di compliance da parte dell’Agenzia delle Entrate e cosa fare in tal caso.
Avvisi Agenzia delle Entrate: a chi sta per arrivare una lettera del Fisco
L’invio a raffica degli avvisi da parte dell’Agenzia delle Entrate ha nel mirino le anomalie riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi di autonomi, imprese e dipendenti.
Nella lettera che arriva al contribuente sono specificati i dati che seguono:
- codice fiscale, denominazione, cognome e nome del contribuente;
- numero identificativo della comunicazione e anno d’imposta;
- codice atto;
- anomalia riscontrata e modello dichiarativo;
- modalità attraverso le quali consultare gli elementi informativi di dettaglio relativi all’anomalia riscontrata.
La stessa comunicazione viene messa a disposizione anche all’interno nella sezione “l’Agenzia scrive” presente nel Cassetto fiscale del contribuente, accessibile dall’area riservata dell’Agenzia delle Entrate. I contribuenti possono regolarizzare la propria posizione presentando una dichiarazione dei redditi integrativa e versando le maggiori imposte dovute, unitamente agli interessi e alle sanzioni in misura ridotta.
Avvisi Agenzia delle Entrate: cosa fare se si riceve una lettera del Fisco?
Se si riceve un avviso da parte dell’Agenzia delle Entrate la prima cosa da fare è leggere con attenzione quanto contenuto nella lettera e controllare, magari con l’aiuto del proprio commercialista o rivolgendosi a un CAF, la presenza delle anomalie segnalate dal Fisco.
Se effettivamente l’Agenzia delle Entrate ha riscontrato delle anomalie esistenti, allora il contribuente può procedere con lo strumento del ravvedimento operoso, che consente di regolarizzare la propria situazione pagando le somme dovute ma con sanzioni più leggere.
Se invece il contribuente ritiene corretti i dati indicati nella sua dichiarazione, basterà comunicarlo all’Agenzia, inviando eventuali elementi e documenti di cui l’Amministrazione Finanziaria non era a conoscenza.
leggi anche
Tasse non pagate: come pagare sanzioni più basse
© RIPRODUZIONE RISERVATA