Con l’entrate in vigore del Jobs Act degli autonomi le spese di formazione per gli avvocati diventano deducibili al 100%: lo ha ricordato il Consiglio Nazionale Forense, ecco cosa è importante sapere.
Che le spese sostenute per la propria formazione siano deducibili dalle tasse non è un mistero, ma probabilmente a molti avvocati sarà sfuggito che con l’entrata in vigore del Jobs Act autonomi questo è possibile nella misura del 100% dell’importo.
A tal proposito il Consiglio Nazionale Forense ha inviato un comunicato - firmato dalla consigliera Francesca Sorbi - con il quale è stata fatta chiarezza sulla deducibilità delle spese sostenute per la formazione professionale degli avvocati.
L’intervento del CNF era necessario poiché la nuova legge 81/2017, conosciuta anche come Jobs Act dei lavoratori autonomi, ha introdotto diverse misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale, come ad esempio quella che garantisce l’equo compenso per avvocati e commercialisti.
Ma con il Jobs Act autonomi sono state introdotte anche delle novità fiscali molto importanti, come appunto quella riguardante le spese sostenute per la formazione professionale.
L’avvocato, come ricordato dal Consiglio Nazionale Forense, è obbligato a formarsi continuamente così da essere aggiornato sulle ultime novità e svolgere al meglio la propria professione. La formazione quindi è propedeutica allo svolgimento dell’attività professionale, ecco perché è giusto riconoscere la deducibilità totale dalle tasse.
Andiamo con ordine analizzando tutto quello che c’è da sapere sulla formazione degli avvocati e su quanto stabilito dal Consiglio Nazionale Forense in merito alla deducibilità dei costi.
Formazione continua e obbligatoria per gli avvocati
Prima di vedere come funziona la deducibilità dei costi sostenuti per la propria formazione, facciamo un passo indietro analizzando perché è importante tenersi aggiornati continuamente.
Come ricorda il CNF l’avvocato nell’esercizio della sua professione è tenuto alla realizzazione dei seguenti principi:
- competenza;
- corretta prestazione professionale;
- migliore amministrazione della giustizia.
Per far sì che questo accada è importante che il professionista legale curi la sua formazione per tutto l’arco della carriera, come previsto da diverse norme.
Il principio della formazione continua inizialmente è stato introdotto nel Codice Deontologico del 2007, ma poi vista la sua importanza è stato trasformato in legge nel 2012 con la “Nuova disciplina dell’ordinamento professionale forense”.
Ma questo principio è ribadito anche nel Nuovo Codice Deontologico, nel quale è stabilito che l’avvocato è tenuto all’aggiornamento, inteso come adeguamento della formazione iniziale, e all’acquisizione di nuove competenze e specializzazioni.
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Avvocati: spese per la formazione deducibili al 100%
Vista l’importanza di questo principio, direttamente correlato all’essere avvocato, il Jobs Act autonomi ne ha introdotto l’intera deducibilità dei costi sostenuti per le formazione e l’aggiornamento, mentre il regime fiscale vigente fino al 2016 lo permetteva solamente per il 50%.
Nel dettaglio l’articolo 9 della legge 81/2017 - con il quale viene modificato in parte l’articolo 54 del Testo Unico Imposte sui Redditi - stabilisce che sono integralmente deducibili dalle tasse le spese sostenute per l’iscrizione a:
- master;
- corsi di formazione e aggiornamento professionale;
- convegni e congressi.
Oltre alle spese di iscrizione, l’avvocato potrà detrarre dalle tasse anche i costi del viaggio e del soggiorno, necessari per la frequenza al corso di aggiornamento. Tuttavia c’è un limite di deducibilità: il plafond massimo annuale è di 10.000 euro.
In questo modo la disciplina fiscale è stata adattata agli obblighi di formazione per gli avvocati ed è per questo che già dall’anno di imposta 2017 sarà possibile detrarre il 100% delle spese sostenute.
Per il Consiglio Nazionale Forense si tratta di un ottimo risultato, poiché per gli avvocati costituisce uno stimolo “per continuare ad operare con la consueta tenacia al fine di mantenere elevata la qualità delle prestazioni professionali”.
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