L’avvocato d’ufficio deve essere pagato nella maggioranza dei casi. Ecco in media quanto costa e quando invece è gratuito.
La maggior parte dei legal drama consumati dagli spettatori italiani è basato sulla realtà statunitense, generando spesse confusione e false convinzioni. Dal modo di rivolgersi al giudice all’uso del martelletto da parte di quest’ultimo, le differenze sono tante e non sempre di poco conto. La figura dell’avvocato d’ufficio in Italia è distinta dal patrocinio legale a spese dello Stato, perciò il professionista deve essere pagato dal suo assistito, a meno che non acceda appunto al suddetto patrocinio.
Chiarire questo aspetto è fondamentale, perché tante persone sono convinte che l’assegnazione di un avvocato d’ufficio implichi anche la gratuità della parcella. Informazione che il professionista stesso provvede a chiarire, pratica difficile da fare quando il soggetto non si interessa alla vicenda e non comunica con il legale, situazione assai più frequente di quanto si pensi, trovandosi poi una richiesta di pagamento che non può ignorare.
Chi è l’avvocato d’ufficio e cosa fa
L’avvocato d’ufficio si paga, perché questa figura è istituita espressamente - nel nostro ordinamento - al fine di assicurare a tutti la difesa e soprattutto di garantire processi equi nell’interesse della collettività. Si distingue dall’avvocato di fiducia, scelto e nominato dall’assistito, venendo invece nominato dalla Procura della Repubblica o dal giudice quando l’imputato ne è sprovvisto.
L’uso del termine imputato non è affatto casuale, perché l’avvocato d’ufficio spetta soltanto alla parte coinvolta in un processo penale. Nei procedimenti civili, a meno che il soggetto possa rappresentarsi da solo, l’avvocato d’ufficio non spetta ma naturalmente il soggetto non ha possibilità di far valere la propria posizione in giudizio.
Ciò detto, l’avvocato d’ufficio ha i medesimi obblighi professionali del difensore di fiducia, l’assistito può rivolgersi al professionista e concordare la strategia difensiva esattamente allo stesso modo. Viene selezionato da un elenco apposito nel Consiglio dell’ordine degli avvocati, garanzia di preparazione e competenza. Non è dunque vero che la difesa sia meno attenta, sebbene l’imputato rinunci alla possibilità di concordare preventivamente una visione d’insieme con il legale, così come di scegliere un professionista particolarmente esperto in un determinato settore penale.
Quanto costa l’avvocato d’ufficio?
Come abbiamo anticipato nell’introduzione, l’avvocato d’ufficio non è gratuito ma si deve pagare. Dunque, quanto costa esattamente?
Riguardo alle tariffe, la legge non prevede alcuna differenza tra l’avvocato di fiducia e l’avvocato d’ufficio. Unica differenza sta nel fatto che mentre l’avvocato di fiducia viene scelto dall’imputato, quello d’ufficio viene determinato dal giudice in base a precisi elenchi a sua disposizione.
Difatti, l’atto che comunica la nomina del difensore d’ufficio all’imputato contiene anche l’indicazione che dovrà essere pagato normalmente, a meno che non ci siano i presupposti di reddito per ottenere il gratuito patrocinio a spese dello Stato.
La parcella dell’avvocato d’ufficio può essere concordata tra le parti, come avviene con l’avvocato di fiducia, oppure, in assenza di accordo, stabilito secondo le linee guida dell’Ordine degli avvocati di riferimento. In linea puramente orientativa:
- 2.000 euro se il giudizio è davanti al giudice di pace;
- 3.000 euro se il giudizio si svolge innanzi al tribunale in composizione monocratica;
- 4.000 euro in caso di tribunale in composizione collegiale e in Corte d’Appello;
- 7.000 euro per un giudizio in Corte d’Assise.
Vediamo adesso in quando l’imputato può evitare di pagare il difensore d’ufficio.
Avvocato d’ufficio gratuito
Visto che tra difensore di fiducia e difensore d’ufficio non vi è alcuna differenza (se non nel fatto che la nomina avviene da parte del giudice) anche in quest’ultimo caso l’imputato può essere ammesso al gratuito patrocinio, significa che sarà lo Stato a sostenere tutte le spese. Il gratuito patrocinio è però escluso per gli imputati precedentemente condannati in via definitiva per reati particolarmente gravi: associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere per contrabbando di tabacchi lavorati esteri, produzione, traffico e detenzione illecita di stupefacenti.
Possono beneficiare di questa possibilità:
- i cittadini italiani;
- gli stranieri con regolare permesso di soggiorno;
- gli apolidi;
- gli enti o le associazioni che non esercitano attività economica e non hanno fini di lucro.
Per usufruire gratuitamente dell’assistenza legale l’imputato deve possedere un reddito non superiore a 12.838,01 euro, risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi. Per chi fa parte di un nucleo familiare, il reddito è il risultato della somma dei redditi conseguiti lo stesso anno da ogni componente della famiglia, con un incremento di 1.032,91 euro per componente. Unica eccezione è rappresentata dai processi nei quali il richiedente del gratuito patrocinio sia in conflitto con gli altri membri del nucleo familiare, poiché in tal caso verrà considerato solamente il suo reddito.
Se nomino un altro avvocato devo pagare il difensore d’ufficio?
Può accadere che dopo la nomina del difensore d’ufficio da parte del giudice, l’imputato decida in un secondo momento di rivolgersi al proprio difensore di fiducia. Quando questo succede, l’avvocato d’ufficio va pagato?
In realtà non c’è una risposta unica, in quanto dipende dal tipo e dalla qualità di attività svolta dall’avvocato d’ufficio prima della nomina del difensore di fiducia.
Quindi, se la nomina avviene prima che il difensore d’ufficio abbia compiuto delle prestazioni, l’imputato non deve pagare nulla; invece se il difensore di fiducia subentra a procedimento già in corso, l’imputato dovrà pagare il lavoro svolto dal difensore d’ufficio fino a quel momento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA