Di fronte all’incremento delle difficoltà economiche del Paese, gli operatori di borsa pronosticano una contrazione dei margini societari.
Al centro dell’attenzione di numerosi economisti si colloca il rallentamento della crescita economica cinese, con possibili implicazioni sullo stato di salute delle principali economie globali. La Cina, che costituisce la seconda superpotenza economica a livello mondiale, sembra aver abbandonato la capacità di mantenere tassi di crescita a doppia cifra, come era avvenuto negli anni precedenti. Questi risultati, che avevano suscitato particolare interesse tra gli investitori, ora sono oggetto di riflessione e vengono spesso associati a una possibile “disgregazione” delle stesse fondamenta economiche nazionali.
Dopo oltre 40 anni di rapido sviluppo, è legittimo chiedersi se l’economia cinese si trovi ora in una fase di stallo o se sia ancora in grado di generare significativi risultati. Quale potrebbe essere quindi una possibile reazione delle borse di fronte a questa evenienza?
Cina: uno sguardo ai reali problemi economici-strutturali
Al di là delle complesse rilevazioni economiche evidenziate ripetutamente da molti analisti, quali ad esempio la contrazione dei consumi, la forte disoccupazione giovanilee e la crisi del mercato immobiliare, alimentata dal fallimento del colosso Evergrande, alcuni esperti evidenziano un problema di fondo che sembra caratterizzare la Cina degli ultimi anni: un esaurimento delle risorse. La Cina è afflitta da un calo della popolazione in grado di lavorare, accompagnato da un decremento della produttività totale e un decremento progressivo del rendimento medio delle attività di proprietà privata e statale, secondo i dati riportato dal The Lowy Institute. Sebbene la crescita resti positiva, potrebbe difatti non essere sufficiente a sostenere il forte incremento del debito del Paese, contratto in ottica del raddoppiamento dell’economia entro il 2035, come evidenziato dai piani espansionistici esposti dallo stesso Xi Jinping nel 2020, in occasione dell’esposizione della propria agenda politica. I problemi strutturali legati al mercato immobiliare, che rappresentava oltre il 25% del PIL del Paese però invalidano questi obiettivi di crescita e il mercato reagisce in maniera negativa.
Borse Cina: uno sguardo alle prospettive di crescita dei listini asiatici.
Di fronte al forte ridimensionamento del tasso di crescita della produttività cinese, le borse hanno contratto le quotazioni azionarie, le quali si muovono prevalentemente sulla base delle aspettative, nel caso delle società, sugli utili e il fatturato. Naturalmente, di fronte all’incremento delle difficoltà economiche del Paese, accompagnato da una contrazione della redditività delle attività private e statali, gli operatori di borsa pronosticano una contrazione dei margini societari e quindi dei propri rendimenti. Il tutto si traduce in maggiori vendite sui listini asiatici. Lo dimostra l’andamento di fondo di indici cinesi come ad esempio l’Hang Seng e lo Shanghai Stock Exchange Composite Index, i quali continuano a mostrare un ancoraggio del prezzo verso il basso.
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