Banche, bond, debito: quale scenario con il rialzo tassi Bce

Violetta Silvestri

13 Giugno 2022 - 12:40

Con l’aumento dei tassi annunciato dalla Bce, continuano i dibattiti sui possibili effetti per i Paesi più vulnerabili, quali l’Italia. L’impatto su banche, obbligazioni e debito in alcune analisi.

Banche, bond, debito: quale scenario con il rialzo tassi Bce

L’aumento dei tassi di interesse ci sarà a luglio: così ha annunciato la Bce, innescando una serie di reazioni piuttosto negative nei mercati europei.

Il dibattito si è ormai acceso, con l’Italia tornata tra gli imputati d’Europa per la sostenibilità del debito e la tenuta della fiducia Paese: cosa accadrà davvero con il rialzo del costo di finanziamento?

Analisti ed esperti valutano gli scenari del prossimo futuro, con un focus su banche, titoli di Stato e relativi interessi e debito pubblico. Cosa aspettarsi, anche in Italia? L’orizzonte potrebbe essere meno cupo del previsto.

Tassi in rialzo, spread in aumento: cosa accadrà alle banche?

Lo spread oltre i 230 punti base nella prospettiva di tassi in aumento a luglio hanno innanzitutto riportato sotto i riflettori le banche: quanto possono perdere?

C’è da sapere, infatti, che nei portafogli degli istituti di credito solitamente sono posizionati decine di miliardi di titoli di Stato e con l’aumento dei tassi la previsione è di una diminuzione del loro valore (con incremento dei rendimenti, inverso al prezzo).

L’impatto può essere negativo sul capitale e sui costi di finanziamento che crescono, oltre che sull’aumento del costo del capitale proprio.

Tuttavia, possono anche esserci risvolti vantaggiosi e, con il rialzo dei tassi, Citi ha stimato un impatto positivo “per le banche periferiche in quanto [il rialzo dei tassi] supporta l’aumento del margine netto da interesse e una maggiore redditività”, hanno scritto gli esperti, come riportato da Milano Finanza. La previsione è, per esempio, di un utile netto che incrementa del 6% per le banche italiane con ogni rialzo di 25 punti base.

Per quanto riguarda l’esposizione al debito sovrano degli istituti di credito, inoltre, secondo l’indagine di Citi questa si è ridotta nel tempo e nelle banche italiane è passata dall’11% del totale delle attività del 2015 al 6,6% attuale.

I portafogli delle banche sono molto più diversificati. Prendendo in esame singole banche, Citi ha osservato che l’esposizione sovrana è così distribuita: Intesa Sanpaolo all’8,3%, Unicredit al 4,2%, Banco Bpm al 7,3%, Bper al 6,2%, Mediobanca al 3,7% e Mps al 10,3% nel primo trimestre 2022.

“A livello di singole banche Unicredit con l’81% e Mediobanca con il 37% hanno il peso più basso delle obbligazioni domestiche sul patrimonio tangibile”, ha commentato Citi su Milano Finanza.

Una posizione patrimoniale più solida del passato, un buffer Cet 1 superiore al requisito di oltre 450 punti base per la maggioranza delle banche, una diminuzione dei crediti deteriorati rendono inoltre più sicura la posizione bancaria italiana dinanzi alla prospettiva di tassi in aumento.

Lo shock del debito ci sarà? Una valutazione

A offrire spunti di riflessione sull’impatto della politica monetaria della Bce sul debito sono gli strateghi di Moody’s.

Con oneri sugli interessi più costosi, cosa ne sarà della sostenibilità dei Paesi vulnerabili e dell’Europa meridionale, come l’Italia.

Diversi gli aspetti da considerare. Innanzitutto, c’è da osservare che per passare dall’aumento dei tassi di interesse all’incremento dei pagamenti degli interessi ci vorrà del tempo viste le scadenze lunghe del debito Paesi come l’Italia. Con questa riflessione Moody’s, nell’analisi proposta su Mialno Finanza, sottolinea l’importanza della crescita economica che può portare alla diminuzione della leva finanziaria.

Gli analisti affermano che: “costi di finanziamento più alti non rallenteranno in modo rilevante la riduzione del debito, ma ridurranno lo spazio fiscale. Una crescita nominale relativamente forte, dovuta agli ampi flussi di fondi Ue e all’aumento dell’inflazione, compenserà l’aumento dei costi degli interessi e sosterrà una riduzione sostenuta degli oneri del debito.”

Ma attenzione alla crescita debole nel contesto globale e a interventi più aggressivi della Bce: con questo connubio, i Paesi del Sud Europa, Italia compresa, ci saranno ancora disavanzi primari. E la nostra nazione è alto rischio secondo Moody’s, poiché lo shock energetico della guerra in Ucraina peserà sulle casse statali e quindi sulla capacità limitare il deficit pubblico.

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