Ecco le banche italiane che registrano profitti nei paradisi fiscali

C. G.

28 Marzo 2017 - 12:23

Banche italiane: i nomi dei due istituti che hanno registrato profitti nei Paesi considerati veri e propri paradisi fiscali.

Ecco le banche italiane che registrano profitti nei paradisi fiscali

Banche Italiane e paradisi fiscali: quale relazione? Secondo un’indagine condotta da Oxfam e Fair Finance Guide International sulle 20 maggiori banche europee, più di un quarto dei profitti di tali istituti proviene dai cosiddetti paradisi fiscali.

Tra queste 20 esaminate figurano anche due banche italiane: sono Intesa Sanpaolo e Unicredit ad essere finite sotto la lente d’ingrandimento dell’Oxfam nella sua analisi sui paradisi fiscali. Dando uno sguardo più generale, l’indagine dal titolo “Aprite i caveau” ha evidenziato come le maggiori banche europee abbiano registrato 25 miliardi di euro nei paradisi fiscali.

La ricerca è nata grazie alle nuove regole sulla trasparenza secondo le quali le banche europee devono comunicare tutti i dati sugli utili ottenuti e sulle tasse pagate nei singoli Paesi in cui svolgono le proprie attività. In questo modo l’Oxfam è riuscita ad evidenziare quali sono gli istituti europei, ma anche le banche italiane, che hanno registrato i maggiori profitti nei paradisi fiscali che, se abusati, potrebbero favorire l’evasione fiscale. Di seguito tutti i dettagli del report che ha correlato banche italiane e paradisi fiscali.

Banche italiane e paradisi fiscali: i dati

Come già accennato, sono due le banche italiane analizzate dal report Oxfam. In Irlanda Intesa Sanpaolo registra profitti ante tasse di 438 milioni di euro e ha una tassazione sul reddito di 55 milioni. Unicredit, invece, mette a segno 97 milioni di euro di profitti a fronte di una tassazione sul reddito di 15 milioni. In Lussemburgo, poi, i profitti ante tasse di Intesa si assestano a 446 milioni di euro, mentre quelli di Unicredit a 216 milioni.

Banche e paradisi fiscali: le mete più gettonate

Con il termine paradisi fiscali si intendono quei Paesi in cui la tassazione sulle imprese, come le banche, è bassa o è addirittura inesistente. Secondo il report Oxfam, le mete più scelte dalle banche sono il Lussemburgo e l’Irlanda. Solo nel primo, nel 2015 sono stati dichiarati 4,9 miliardi di euro. Una cifra esorbitante che supera quella dichiarata complessivamente in Regno Unito, Svezia e Germania. Tra i paradisi fiscali anche Hong Kong.

Banche europee: quanto convengono i paradisi fiscali

Come affermato dal report Oxfam, il 26% dei profitti delle 20 banche europee più grandi viene realizzato proprio nei paradisi fiscali: parliamo di circa 25 miliardi di euro. Eppure nelle sedi offshore queste stesse banche registrano un 12% di fatturato e hanno il 7% dei dipendenti. Un divario enorme, colmato però dalla tassazione di gran lunga inferiore rispetto a quella subita nel proprio paese d’origine.

Aprire una banca in un Paese definito paradiso fiscale risulta essere due volte più redditizio rispetto all’apertura di una filiale in Germania, ad esempio. Nei paradisi fiscali, per ogni 100 euro di attività, le banche registrano 42 euro di utili, mentre altrove ne registrerebbero 19 circa.

Clicca qui per leggere il report completo dell’Oxfam su banche europee e paradisi fiscali

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