Quanto è costato salvare le banche tedesche dopo la crisi finanziaria? Il punto della situazione alla luce delle difficoltà di Deutsche Bank.
Si parla sempre delle banche italiane e dei loro problemi, ma quanto è costato invece il salvataggio delle banche tedesche andato in scena dopo gli anni della crisi?
Il terremoto finanziario esploso definitivamente nel 2008 non ha risparmiato nessuno. Neanche i giganti del credito tedesco sono riusciti a sostenere l’onda d’urto e hanno più volte richiesto l’intervento dello Stato (e dunque l’utilizzo di soldi pubblici) per evitare di cadere nel baratro.
Le difficoltà di Deutsche Bank hanno riacceso l’attenzione del mercato sul settore del credito tedesco e, anche a fronte delle ripetute critiche nei confronti del Belpaese che certo non ha brillato quanto a solidità degli istituti, in molti sono tornati a chiedersi quanto è costato davvero il salvataggio delle banche tedesche messe in ginocchio dalla crisi.
In questo senso, l’esempio forse più lampante è quello di Commerzbank, sulla quale lo Stato è intervenuto non una ma due volte sborsando svariati milioni di euro. La banca, però, non è stata la sola a finire sull’orlo del baratro.
Banche tedesche: il costo del salvataggio
A far luce sui costi legati al salvataggio delle banche tedesche è stato il FMS, fondo pubblico tedesco creato nel 2008 per contribuire alla stabilizzazione dei mercati, che ha accumulato (al 2017) un passivo di 22,5 miliardi di euro.
Sulla cifra hanno pesato 14,6 miliardi riconducibili a Commerzbank, Deutsche Pfandbrief e Portigon. Per i contribuenti tedeschi i costi complessivi saranno definiti soltanto alla chiusura dello stesso fondo.
Ancor più preoccupanti i dati, meno recenti, della Commissione europea, secondo cui il salvataggio delle banche tedesche dal 2008 al 2016 è costato 197 miliardi di soldi pubblici (il 7% del Pil della Germania), compresi vari aumenti di capitale e rilevazioni di titoli tossici da parte dello Stato e dei Land. Un cifra già esorbitante, alla quale andrebbero però aggiunte anche le linee di liquidità offerte e le garanzie statali, il tutto per un totale di 465 miliardi di euro.
Non solo Commerzbank a pesare sul sistema
Più nello specifico, per Commerzbank sono stati sborsati 18 miliardi di euro di liquidità in due tranche, oltre che garanzie statali per circa 30 miliardi. Anche Dresdner Bank ha ricevuto aiuti di Stato, mentre stessa sorte è toccata poi alle Landesbanken - banche regionali che hanno determinato un esborso di almeno altri 123 miliardi di euro - e alle Sparkassen (casse di risparmio locali).
La lista è in realtà molto lunga. Come non citare ad esempio tutti i crediti e le garanzie pubbliche emessi a favore di Westdeutsche Landesbank, che è poi fallita comunque, o ancora l’intervento di UniCredit su HypoVereinsbank.
Tra i casi più recenti anche quello di Hsh Nordbank, che ha ricevuto un aiuto pubblico di di 3 miliardi in nuove garanzie statali. In molti hanno fatto notare come circa un terzo delle banche tedesche sia oggi nelle mani dello Stato.
Per dirla in altre parole, le banche italiane hanno sicuramente messo a dura prova il sistema finanziario europeo, ma alla luce di quanto è costato il salvataggio delle banche tedesche, è evidente che neanche Berlino è uscita così inerme dalla crisi finanziaria.
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