La Bank of Canada ha dato oggi un’altra dimostrazione di quel coraggio che le colombe di tutto il mondo chiedono alla BCE e anche alla Fed.
È per caso la Bank of Canada la banca centrale più coraggiosa tra quelle dei Paesi del G7?
Oggi, mercoledì 11 dicembre 2024, alla vigilia dell’annuncio sui tassi della BCE di Christine Lagarde, la banca centrale del Canada ha annunciato l’ennesima sforbiciata dei tassi di 50 punti base, la seconda consecutiva dopo quella che risale allo scorso 23 ottobre.
I tassi di interesse del Paese sono scesi così dal 3,75% al 3,25%, con quello che è stato il quinto taglio consecutivo del costo del denaro.
La mossa era ampiamente attesa dagli economisti, che avevano scommesso sull’arrivo di un nuovo intervento volto ad allentare la restrizione monetaria con una probabilità del 90%.
La Bank of Canada blinda il PIL: maxi taglio per blindarne la crescita
La Bank of Canada ha motivato il maxi taglio con la necessità di continuare a sostenere la crescita del PIL che, nel terzo trimestre del 2024, come ha ricordato, è avvenuta al ritmo su base annua dell’1%, lievemente al di sotto delle precedenti previsioni stilate dai suoi economisti, e che nel quarto trimestre dovrebbe continuare a deludere le attese.
Così si legge nel comunicato della Bank of Canada:
“Fattori come gli investimenti delle aziende, le scorte e le esportazioni hanno contribuito al rallentamento (dell’economia)”, mentre “ le spese per consumi e il settore immobiliare sono migliorati, a conferma di come i tassi di interesse più bassi stiano iniziando a influenzare la propensione a spendere delle famiglie”.
Qualche cambiamento nel comunicato c’è stato. La frase precedente: “Se l’economia evolve ampiamente in linea con le nostre ultime previsioni, ci aspettiamo di ridurre ulteriormente i tassi ” è scomparsa.
Si legge ora che “andando avanti, continueremo a considerare la necessità di tagliare ulteriormente i tassi di riunione in riunione”.
La Bank of Canada ha rimarcato il fatto di avere “tagliato i tassi in modo significativo a partire dal mese di giugno” e lo stesso governatore Tiff Macklem ha affermato di prevedere “un approccio più graduale della politica monetaria, nel caso in cui l’economia dovesse evolvere ampiamente in linea con quanto previsto”.
Detto questo, Macklem ha commentato l’imminente imposizione dei dazi da parte della seconda amministrazione di Donald Trump, parlando di un outlook più incerto sull’economia canadese. I dazi di Trump sono stati definiti fonte di “una nuova grande incertezza”.
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