Per un crollo stimato del 5% nel solo primo trimestre del 2020: “Terziario azzerato”
Sono previsioni funeste quelle sul futuro economico del Paese targate Bankitalia. Come d’altronde già preventivato dalla banca, le pesanti misure restrittive scelte per far fronte alla pandemia di coronavirus pesano eccome sul PIL, giù dello 0,5% per ogni settimana di totale lockdown.
È quanto messo in conto dall’istituto guidato da Ignazio Visco, nel bollettino economico pubblicato in mattinata e inevitabilmente focalizzato sull’emergenza sanitaria che grava sul Paese.
Nell’analizzare le cifre preventivate per i primi tre mesi del 2020, Bankitalia cita l’impatto rilevante della COVID-19 su alcuni settori, citando su tutti la produzione industriale, che potrebbe aver fatto registrare un calo del 15% nel mese di marzo.
Calo enorme eppure nemmeno lontanamente paragonabile - nota la banca - a quello subìto dal terziario, per cui viene utilizzato il termine “azzeramento”, che rende con efficacia la sofferenza enorme del comparto turistico:
“Le restrizioni hanno pressoché azzerato il fatturato di alberghi, bar, ristoranti e delle aziende del turismo”.
Ma c’è spazio anche per una ripresa secondo l’Istituto diretto da Visco: sebbene anche il secondo trimestre non lasci grosse speranze, la fine del lockdown potrebbe far schizzare in alto i consumi e la ripartenza delle industrie potrebbe “limare le perdite”.
Bankitalia: PIL Italia giù dello 0,5% ogni settimana
Le restrizioni tuttora in atto e previste fino al prossimo 4 maggio - proseguono da Bankitalia - portano a una “significativa caduta del Pil” anche nel trimestre che va da aprile a giugno.
Ma un recupero non è da escludere, guidato dal probabile allentamento delle maglie del lockdown e quindi la ripartenza in primis dei consumi, col settore industriale che dovrebbe riprendere la produttività.
Tuttavia la ripresa ha tempi e andamenti del tutto incerti, tra “fattori interni, internazionali e politiche economiche”. In più, il destino finanziario del nostro Paese dipende molto anche dall’andamento dell’economia globale.
Per ora consumi ai minimi, occupazione in discesa e un settore turistico “azzerato” condizionano fortemente lo scenario, ma l’istituto di Visco precisa che la cassa integrazione può aver “attenuato” a marzo l’impatto della pandemia sul fronte occupazionale.
Trend non destinato a proseguire nel secondo trimestre, quando la contrazione potrebbe essere “più marcata”, visti gli “oltre 400 mila contratti a termine in scadenza tra marzo e aprile”.
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