Il colosso farmaceutico Bayer è in perdita dell’11%, fiaccato dalla condanna alla neoacquisita società Monsanto. I dettagli
Salta all’occhio a Francoforte il notevole ribasso di Bayer, che perde l’11%.
La discesa del titolo segue la condanna a Monsanto, società che il colosso tedesco ha acquisito lo scorso giugno, arrivata alla fine della scorsa settimana da parte del tribunale di San Francisco.
Si tratta di un caso che ha avuto una notevole copertura mediatica e ha fatto molto rumore per via della sentenza, molto simile a quella che ha coinvolto recentemente Johnson & Johnson.
Monsanto è stata condannata a risarcire di 289 milioni di dollari Dewayne Johnson, giardiniere che ha accusato l’azienda di biotecnologia di essere la causa del suo tumore al sistema linfatico in fase terminale tramite l’erbicida Roundup, a base di glifosato.
Bayer a picco: quali ripercussioni per il futuro?
Il gigante farmaceutico tedesco ha bruciato nella sola mattinata più di 8 miliardi di dollari di capitalizzazione, toccando i minimi di quasi due anni.
Arrivato fino al -11,6% oggi, al momento registra un -11,5% a quota 82,69 euro circa, a fronte del -1,83% dell’ultima settimana, il -0,06 dell’ultimo mese e il -3,73 degli ultimi 6 mesi.
La sentenza ai danni di Monsanto, arrivata domenica, è stata capace di fiaccare enormemente il titolo, sulla scia della travagliata fusione che ha coinvolto proprio le due aziende e che ha visto la sua conclusione a giugno, con l’acquisizione definitiva.
La vicenda Monsanto: un suo prodotto causa il cancro
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto la neoacquisita società biotecnologica - e trascinato giù di rimando Bayer - ha avuto notevole eco mediatica e sorpreso per la sua sentenza netta e inaspettata.
Il tribunale di San Francisco ha imposto un risarcimento di 289 milioni di dollari per colui che ha intentato la causa, Dewayne Johnson, 46enne con un linfoma non Hodgkin in fase terminale. L’uomo, un giardiniere, ha rintracciato le origini della sua malattia nell’uso dell’erbicida Roundup di Monsanto, prodotto a base di glifosato.
Accolto totalmente l’impianto accusatorio, la sentenza ha evidenziato la malafede dell’azienda, che conosceva i rischi legati all’uso della sostanza ma ha taciuto per anni. Come prova, sono stati analizzati in aula i testi di diverse mail scambiate tra figure ai vertici di Monsanto, che mostravano quanto la circostanza fosse nota internamente.
L’esito per molti versi storico del processo apre probabilmente un lungo capitolo relativo al glifosato, sostanza sotto accusa in diverse altre circostanze e contenuta in molti prodotti. Secondo la stampa statunitense, sarebbero al momento almeno 5.000 le procedure simili apertesi negli USA.
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