Cosa aspettarsi dalla BCE dopo Draghi? Le previsioni emerse a Investing Roma
Cosa aspettarsi dalla BCE dopo Draghi? È questa una delle domande più gettonate degli ultimi tempi.
Il prossimo 31 ottobre l’italiano lascerà la Banca Centrale Europea nelle mani di Christine Lagarde, la ex del Fondo Monetario Internazionale e il mercato intero si è già chiesto se e come cambierà la politica monetaria del Vecchio Continente.
Alla domanda hanno cercato di rispondere diversi analisti, consulenti ed esperti incontrati oggi da Money.it a Investing Roma, evento gratuito destinato a tutti coloro che desiderano accrescere le proprie conoscenze su tematiche economico-finanziarie oltre che tecniche.
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BCE dopo Draghi: cosa aspettarsi? Un’eredità pesante
Quella lasciata da Mario Draghi sarà un’eredità molto pesante da gestire. Secondo alcuni relatori il Presidente ha affrontato al meglio le sfide incontrate nel corso degli anni e ha addirittura salvato l’euro da se stesso.
Ne è convinto Paolo Cardenà, Private Banker che vanta oggi un’esperienza più che decennale nel mondo della finanza.
Per dirla con le sue stesse parole, Draghi ha oggettivamente fatto l’impossibile. Il suo merito più grande? Quello di aver dotato la Banca Centrale di un kit di strumenti che, seppur non paragonabili a quelli di BOJ e Fed, sono andati comunque nella stessa direzione.
È anche per questo che molti si chiedono oggi cosa aspettarsi dalla BCE dopo il 31 ottobre. Una delle più grandi sfide per Lagarde sarà la modifica dei capital key.
Lo stato di assuefazione dei mercati
Sull’argomento anche Tony Cioli Puviani, secondo cui il nuovo Presidente BCE dovrà fare i conti con lo stato di assuefazione in cui sono caduti i mercati dopo anni di Quantitative Easing e politiche monetarie ultra espansive.
Nell’ultima riunione, ha dichiarato l’esperto, Draghi ha parzialmente ammesso il fallimento di quelle stesse politiche che avrebbero dovuto aiutare imprese, famiglie ed economia reale. Eppure oggi, i prestiti sono in calo, l’inflazione non è per niente vicina al “quasi 2%” e Paesi come la Germania sono sull’orlo della recessione tecnica.
C’è comunque da notare che le politiche monetarie hanno salvato l’euro oltre che i governi più indebitati dalla crisi del debito sovrano. I rendimenti sui titoli di Stato sono scesi quasi ovunque.
La BCE dopo Draghi continuerà sulla strada già tracciata poiché obbligata. La normalizzazione dei tassi non ci sarà, ma Lagarde chiederà di cambiare le regole del patto di stabilità per aprire a una maggiore flessibilità.
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