Mentre si avvicina il 21 luglio, data dell’incontro Bce, i banchieri europei avanzano ipotesi sulla ricetta da seguire per combattere l’elevata inflazione. Il rialzo dei tassi deve essere più alto?
La Banca centrale europea dovrebbe aumentare i tassi di interesse fino a 125 punti base entro settembre se le prospettive di inflazione non migliorano, secondo il membro del Consiglio direttivo Robert Holzmann.
Si intensificano le discussioni su quanto aggressiva deve essere l’Eurotower, considerando che l’inflazione continua a correre e i prezzi del gas hanno archiviato un’altra settimana di aumenti, mentre si addensano anche le nubi della recessione nel vecchio continente.
Nel delicato equilibrio tra il necessario e urgente freno ai costi energetici e il controllo della crescita, evitando un rallentamento dovuto a rialzi troppo alti dei tassi, l’Eurozona è appesa a un filo.
Nei verbali della riunione di giugno è emerso chiaramente che alcuni membri hanno spinto affinché si lasciasse la possibilità di aumentare in modo più aggressivo i tassi. La decisione di luglio, però, sembra ormai ferma sui 25 punti base: i falchi daranno la svolta? Per Holzmann la strada deve essere più incisiva.
La voce dei falchi si fa sentire: Bce alle strette sui tassi?
“Un aumento iniziale di luglio dovrebbe essere di 50 punti base e una mossa ancora più grande dovrebbe essere presa in considerazione nella riunione dell’8 settembre per guidare in modo proattivo l’economia verso acque più calme”, queste le ultime dichiarazioni di Holzmann al quotidiano Kronen Zeitung.
“Quando la situazione non migliora, alla fine potrebbe diventare necessario un aumento di 0,75 punti percentuali”, ha affermato. “Ora è giunto il momento di chiari incrementi dei tassi, altrimenti l’inflazione si solidificherà”.
Le opinioni di Holzmann contrastano con le indicazioni della Bce che indicano un aumento iniziale del tasso di 25 punti base questo mese, seguito da un altro a settembre. L’entità della seconda mossa dipenderà dall’andamento dell’inflazione e potrebbe essere maggiore della prima, secondo la presidente Christine Lagarde.
Anche altri responsabili politici hanno spinto per un aumento più ripido di luglio, almeno da prendere solo in considerazione. Tuttavia, il richiamo a tre quarti di Holzmann è un allontanamento dai piani per la normalizzazione «graduale» delle politiche. Circa 40 banche centrali, inclusa la Federal Reserve statunitense, hanno aumentato i tassi di almeno tale importo in una volta sola quest’anno.
Secondo Holzmann, il ritorno all’obiettivo di inflazione del 2% della zona euro dipenderà dalle misure adottate. C’è molta attesa per la riunione di luglio a Francoforte. La Bce potrebbe trovarsi al bivio e spaccarsi sulla necessità di agire gradualmente o con più slancio. Mercati ed economie europee aspettano segnali.
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