Matteo Salvini continua a parlare di ministri prima delle elezioni e punta anche su un commissario per gestire i flussi migratori: i nomi che fa sono quelli di Bertolaso e Figliuolo.
Commissari, ministri e governi. Matteo Salvini guarda oltre le elezioni politiche del 25 settembre e, dando per scontata la vittoria del centrodestra, avanza qualche pretesa. Personale, sicuramente, ma non solo. Le richieste del leader della Lega, però, non vengono condivise dal resto della coalizione, a partire da Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Salvini torna a puntare su uno dei suoi cavalli di battaglia: l’immigrazione. Da Lampedusa parla nuovamente di accoglienza e migranti e prova a costruire il governo del futuro. Ma resta, nel centrodestra, il gelo di Meloni e Berlusconi sull’ipotesi di dare prima del voto i nomi dei ministri.
Il segretario della Lega continua sulla sua strada e fa anche qualche nome. Per un ministero, ma anche per un commissario straordinario che gestisca la gestione dei flussi migratori e l’accoglienza. Un’ipotesi lanciata da Lampedusa e che si basa su un profilo ben preciso, quello di una figura che arrivi dall’esercito o dall’arma dei carabinieri.
Secondo Salvini un ruolo del genere sarebbe indispensabile per alleggerire il lavoro di prefetture e questure sul tema migranti. E il leader leghista si porta ancora più avanti, proponendo due nomi: Guido Bertolaso e Francesco Paolo Figliuolo.
Salvini punta su Bertolaso o Figliuolo come commissario migrazione
Parlando dell’ipotesi di un commissario per gestire i flussi migratori, Salvini fa riferimento all’esperienza di Figliuolo, che è stato il commissario per le vaccinazioni anti-Covid in Italia. Ma anche alla figura di Guido Bertolaso, che è stato commissario per il Covid in Lombardia.
“Quando tagli burocrazia e passaggi intermedi e hai una sola persona è più facile”, è l’idea del segretario della Lega. “Se ci fosse una persona che coordina da Trieste a Lampedusa, e invece di chiamare 50 prefetti hai un’unica persona, hai una catena di comando precisa”, aggiunge.
La squadra di ministri di Salvini
Le mire di Salvini si rivolgono sicuramente al Viminale. Chiede un leghista, magari se stesso, al ministero dell’Interno. Nulla di nuovo. Ma poi pensa anche ad altre figure, magari anche qualche ministro uscente del governo Draghi. Sicuramente tra questi figura Roberto Cingolani, titolare della Transizione ecologica: “Ha tutta la mia stima, non è della Lega ma se fosse a disposizione sarei felice”.
Per il ministero degli Esteri, invece, Salvini vuole un ex ambasciatore. Ma per ora preferisce non fare nomi. Anche perché finora l’idea di presentare una lista di ministri prima del voto è stata duramente bocciata, soprattutto da Giorgia Meloni. L’ha detto chiaramente: bisognerà aspettare i risultati elettorali. Prima delle politiche, al massimo, si potranno “scegliere una o due personalità”, sottolinea la leader di Fratelli d’Italia. Niente squadra dei ministri in anticipo, quindi. Anche se Salvini non demorde.
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