I prezzi del Bitcoin continuano a volare dopo la vittoria di Donald Trump alle Elezioni USA.
Prosegue l’effetto positivo della vittoria di Donald Trump alle Elezioni USA sui prezzi del Bitcoin, che volano ai nuovi massimi storici, a un passo dalla soglia di $90.000 e proiettandosi a questo punto spediti verso quota $100.000.
Dopo aver sfondato la soglia degli 80.000 dollari, i prezzi della criptovaluta numero uno al mondo si sono avvicinati nell’arco di qualche ora anche a quota $90.000, per la prima volta nella storia, superando la soglia di $89.000 e balzando fino a $89.623, prima di fare dietrofront e scendere attorno a $87.000.
Risultato: la capitalizzazione di mercato ha toccato quota $1,7 trilioni per la prima volta dal lancio del Bitcoin, confermando la fase di mercato toro della criptovaluta.
Irrefrenabili i buy sul BTC, scatenati dalle speculazioni degli investitori, che scommettono sull’assist che la presidenza di Donald Trump darà all’intero settore delle criptovalute dopo che, già durante i giorni febbrili della sua campagna elettorale per l’Election Day, il tycoon repubblicano aveva mostrato più di una volta il suo volto pro-crypto.
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Febbre sul Bitcoin: ma non c’è “solo” il fattore Trump
Tuttavia, c’è chi fa notare che non è solo l’aspettativa di un effetto bullish dell’amministrazione Trump a star scatenando la febbre di buy sul Bitcoin.
“Se vi state chiedendo cosa sta accadendo al #Bitcoin...Si, l’insediamento di una amministrazione favorevole al Bitcoin ha agito da catalizzatore..Ma non si tratta del motivo principale”, ha commentato il co-fondatore di
Onramp Bitcoin Jesse Myers, in un post pubblicato su X lo scorso 11 novembre.
La ragione di un tale rally, ha spiegato Myers, risiede infatti nelle conseguenze dell’halving che è avvenuto nel mese di aprile, e che ha portato la quantità generata per ogni blocco a scendere da 6,25 BTC a 3,125 BTC.
Il fenomeno dell’halving, ha fatto notare l’esperto, è che si è verificato praticamente uno shock dell’offerta.
La verità, dunque, “è che al momento non c’è un’offerta disponibile ai prezzi correnti tale da riuscire a soddisfare la domanda”, soprattutto in un contesto in cui le richieste sono schizzate a seguito dell’introduzione degli ETF sul Bitcoin all’inizio di quest’anno.
A tal proposito, nella sessione di ieri 11 novembre, gli ETF USA sul Bitcoin hanno assistito a un ennesimo boom di flussi in entrata, con ben 13.940 BTC acquistati in un giorno solo, a fronte di appena 450 BTC minati.
Ma fino a che punto gli ultimi acquisti sul Bitcoin permetteranno ai prezzi di riportare un ulteriore scatto, fino a raggiungere l’ambita soglia di 100.000 dollari?
Fadi Aboualfa, responsabile della divisione di ricerca di Copper.co ritiene che è probabile che i prezzi del BTC tocchino quota $100.000 entro il giorno in cui inizierà ufficialmente la presidenza di Donald Trump, il prossimo 20 gennaio 2025.
A parlare è la stessa prima presidenza USA di Trump: “Vale la pena di ricordare, riguardo al Bitcoin, che Trump è stato presidente non solo durante un ciclo, ma durante ben due cicli in cui i prezzi hanno testato i massimi di sempre, durante la sua (prima) amministrazione del 2016-2020”.
Un avvertimento, tuttavia, non è mancato. Quei guadagni, ha fatto notare Aboualfa, si sono verificati in “un contesto di rallentamento del dollaro, diversamente dalla situazione attuale, in cui il dollaro è più forte”.
Ottimista sulla possibilità dei prezzi del Bitcoin di toccare quota $100.000 anche Jag Kooner, responsabile della divisione dei derivati presso la piattaforma cripto Bitfinex che, in una email inviata alla CNBC, ha affermato che il raggiungimento di un target a $100.000 nell’arco di qualche mese non sembra un obiettivo inverosimile: “Crediamo che al momento il Bitcoin abbia un margine di ribasso limitato visto l’impeto bullish, inoltre va considerato il fatto che abbiamo sventato una recessione, che invece appariva prima altamente plausibile”, ha fatto notare l’esperto.
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