Guadagna 65.000 euro in Bitcoin ma ne riceve solo 24.000

Un cittadino viennese decide di investire in Bitcoin 250 euro, così, per curiosità.

Quando la quotazione del Bitcoin inizia a salire vertiginosamente, investe altri 2.500 euro. In appena un mese e mezzo, grazie al boom delle criptovalute in quel periodo, si ritrova sul suo portafoglio digitale 65.000 euro.

L’investitore amatoriale mantiene la calma. Invece di continuare a investire o sperare in profitti ancora più alti, decide di prelevare l’intero importo. Ma qualcosa non va come previsto.

Bitcoin: guadagna 65.000 euro ma ne riceve solo 24.000

Ed è qui che iniziano i guai: l’intermediario con cui ha effettuato la transazione gli ha chiesto 20.000 euro di commissioni per poter accreditare i soldi guadagnati dall’uomo.

E la cosa prosegue nel peggiore dei modi. Andando affondo, si scopre che il fornitore non aveva stipulato per l’investitore un’assicurazione per le transazioni finanziarie internazionali - e che l’investitore avrebbe quindi dovuto pagare altri 21.000 euro. Solo allora sarebbe stato possibile ricevere quanto guadagnato lecitamente guadagnato.

Così, l’enorme profitto scende da 65.000 a 24.000 euro.

L’investitore si rivolge alle autorità competenti

L’uomo, insieme ad altri viennesi vittime della stessa situazione, si sono rivolti alla Helpline per la criminalità informatica della città di Vienna per chiedere aiuto. Lì ha ricevuto una prima consulenza e i contatti dell’Associazione per l’informazione dei consumatori (VKI) e l’ufficio del difensore civico competente.

Dall’ottobre 2022 Vienna è la prima città europea ad avere un punto di contatto sul tema della criminalità informatica su iniziativa del consigliere comunale per la digitalizzazione Ulli Sima (SPÖ). L’obiettivo è quello di contrastare il fenomeno - tristemente crescente - della criminalità su Internet e di aiutare le persone colpite con un’informazione preliminare gratuita e l’invio al centro di consulenza competente.

L’analisi delle richieste arrivate nel primo anno mostra dove chiaramente dove sia il problema: nel 51% dei casi la causa della consultazione è stata una frode informatica, in particolare alla perdita di denaro e al furto di dati online. Il 12% delle casistiche riguarda il phishing, seguito dalla protezione dei dati (9%), malware (5%) e ricatti (5%).

«Anche nel mondo digitale i criminali giocano sempre sui desideri e sulle paure delle loro vittime. Con la Cybercrime Helpline abbiamo stabilito una realtà che aumenta ulteriormente la consapevolezza sull’argomento, aiuta i viennesi a contenere eventuali danni e a essere preparati meglio per il prossimo attacco. La vigilanza e la conoscenza sono i nostri alleati più importanti, insieme alle ONG e alle NPO che dispongono di conoscenze approfondite e approfondite»,

ha affermato Jörg Neumayer, specialista in digitalizzazione nel SPÖ a Vienna e ideatore della Cybercrime Helpline.

Come investire in criptovalute in modo sicuro

Quando si decide di investire in criptovalute, è importante scegliere un intermediario sicuro ed affidabile. Esistono diverse piattaforme che consentono di acquistare, vendere e scambiare criptovalute. Alcune possono essere più sicure di altre; dietro ad altre possono celarsi dei veri e propri truffatori.

I fattori da considerare nella scelta del proprio intermediario vanno dalla sicurezza dei fondi dell’investitore alla facilità d’utilizzo, dalla reputazione fino alla disponibilità di comprare e vendere un ampio range di crypto.

Inoltre, è importante tenere presente che le piattaforme di scambio possono essere soggette ad attacchi hacker e frodi. È consigliabile quindi conservare la maggior parte delle proprio criptovalute in un portafoglio offline, noto anche come cold wallet, per proteggere gli investimenti dai malintenzionati.

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