Bollettino BCE, su crescita e inflazione ci sono ancora molti rischi

Violetta Silvestri

31 Ottobre 2024 - 10:44

Il Bollettino BCE diramato il 31 ottobre ha allertato su rischi al ribasso per la crescita e un’inflazione in aumento nei prossimi mesi. Cosa aspettarsi in Eurozona?

Bollettino BCE, su crescita e inflazione ci sono ancora molti rischi

Con il settimo Bollettino BCE del 2024, l’Eurotower ha riacceso i riflettori sulle prospettive di crescita della zona euro.

I dati pubblicati nella giornata di ieri, 30 ottobre, hanno smorzato i timori di una recessione nella regione a moneta unica, con un PIL cresciuto dello 0,4% trimestrale e dello 0,9% annuale più delle stime. Non solo, le indicazioni tedesche sui prezzi al consumo hanno di nuovo riportato sotto la massima attenzione di Lagarde e dei membri del Consiglio direttivo l’andamento inflazionistico. Agire con prudenza è l’unico approccio davvero consigliato a Francoforte dopo che l’IPC tedesca è salita al 2,4%.

In questo contesto si inseriscono le indicazioni del Bollettino BCE: cosa aspettarsi sulla crescita dell’Eurozona e, quindi, sulle prossime mosse - già molto attese - sui tassi di interesse? La parola d’ordine è ancora “incertezza”.

Cosa ha svelato il Bollettino BCE su crescita e inflazione?

I due temi caldi per l’Eurozona e per le prossime riunioni della BCE sono le prospettive di crescita e le stime sull’andamento dell’inflazione.

Sebbene il percorso dei prezzi stia andando nella giusta direzione e le recenti mosse sui tassi di interesse in calo lo dimostrano, non è ancora il tempo di esultare per Lagarde. Il Bollettino BCE, su questo tema, è cautamente ottimista e sottolinea:

Si prevede che l’inflazione salirà nei prossimi mesi, prima di scendere al di sotto dell’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna rimane elevata, poiché i salari continuano a crescere a un ritmo elevato. Allo stesso tempo, le pressioni sui costi del lavoro sono destinate a continuare ad allentarsi gradualmente, con i profitti che tamponano parzialmente il loro impatto sull’inflazione.

Per quanto riguarda la crescita dell’Eurozona, il tono è ancora più scettico su una imminente e durevole ripresa. Le parole usate nel Bollettino sono eloquenti:

...l’attività economica è stata un po’ più debole del previsto. Mentre la produzione industriale è stata particolarmente volatile nei mesi estivi, i sondaggi indicano che la produzione manifatturiera ha continuato a contrarsi. Per i servizi, i sondaggi mostrano un aumento ad agosto, probabilmente supportato da una forte stagione turistica estiva, ma gli ultimi dati indicano una crescita più lenta. Le aziende stanno espandendo i loro investimenti solo lentamente, mentre gli investimenti immobiliari continuano a diminuire. Le esportazioni si sono indebolite, soprattutto per i beni.

D’altronde proprio la debolezza del PIL e il rischio di una recessione - che pare però scongiurato - avevano recentemente pressato Lagarde a intervenire con tagli ai tassi più decisi, per alimentare una crescita troppo fiacca.

Per trovare migliori prospettive occorre guardare nel medio termine, quando, secondo le stime del Bollettino BCE, potranno concretizzarsi fattori positivi: “i redditi reali stanno aumentando, il mercato del lavoro, anche se in indebolimento, rimane resiliente e si prevede che l’impatto del passato inasprimento della politica monetaria diminuirà, rafforzando consumi e investimenti in futuro. Anche le esportazioni dovrebbero contribuire alla ripresa man mano che aumenta la domanda globale.”

Eurozona tra rischi e incertezze

Ci vorrà ancora del tempo per ritrovare un clima davvero stimolante per la crescita in Eurozona. Nelle previsioni del Bollettino BCE si legge infatti che “le prospettive economiche restano avvolte nell’incertezza, con la geopolitica e le tensioni commerciali che rappresentano rischi al ribasso.”

La regione europea, come tutto il mondo, vivono un contesto globale ricco di insidie e nel quale cambiamenti repentini e negativi delle condizioni economiche sono sempre in agguato.

Lagarde e gli altri membri del Consiglio direttivo insistono, infatti, sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente come fattori destabilizzanti potenti, in grado ancora di innescare sfiducia nei consumi e negli investimenti e, soprattutto, improvvise impennate dei prezzi energetici.

Non solo. Il Bollettino BCE sottolinea che eventi meteorologici estremi e la crisi climatica in atto più in generale potrebbero far salire i prezzi dei prodotti alimentari”.

Senza tralasciare la generale guerra commerciale in corso tra le grandi potenze, che a colpi di dazi e ritorsioni frenano l’import/export e deprimono maggiormente la produzione industriale e manifatturiera.

La conclusione è che i rischi per la crescita dell’Eurozona, così legata a fattori esterni quali crisi del clima, guerra commerciale con la Cina, ripercussioni da interruzioni di forniture energetiche da Russia e Medio Oriente, sono ancora al ribasso.

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